Il big indiano del carbone avverte: è solo una questione di tempo prima che l'energia pulita sostituisca il combustibile fossile
(Rinnovabili.it) – Anche il più grande produttore di carbone al mondo teme le energie rinnovabili. Coal India, la società mineraria di proprietà statale che produce l’80% del carbone del gigante asiatico, ha rilasciato un nuovo rapporto dal titolo “Coal Vision 2030“. Il documento cerca di intravedere il futuro del settore a livello globale, ma le previsioni fornite prospettano lunghe ombre arrivando a definire le energie rinnovabili e le tecnologie di stoccaggio una “minaccia significativa”.
“I trend indicano che nel lungo periodo probabilmente la domanda diminuirà in modo sostanziale”, si legge del report. “Con la crescente minaccia dei cambiamenti climatici che incidono sull’umanità (a prescindere dalla posizione degli Stati Uniti) e con i finanziamenti globali concentrati sulle fonti rinnovabili, è solo una questione di tempo prima che l’energia pulita alternativa sostituisca il carbone”.
D’altra parte le prime avvisaglie di crisi per il comparto si sono già registrate in diversi mercati. Gli USA, nonostante le politiche pro fosili di Trump, non sono riusciti ancora ad arrestare l’emorragia dell’industria carbonifera nazionale. Diversi Stati europei hanno impostato una data di chiusura per le vecchie centrali termoelettriche e nella stessa India i piani di sviluppo energetico hanno subito dei rallentamenti, convincendo il governo a rinunciare a 14 GW di nuova capacità fossile già programmata.
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L’analisi di Coal India elenca una serie di mutamenti ed eventi, globali e nazionali, che hanno intensificato i dubbi sul futuro del combustibile: si va dalla crescita del fotovoltaico unitamente alle tecnologie di accumulo, agli impegni presi durante la COP 21 sul clima, dalla più lenta crescita economica indiana all’andamento delle aste.
“Essendo nel mezzo di un cambiamento, è molto difficile per chiunque immaginarne la portata e, spesso, la maggior parte delle persone rimane in uno stato di rifiuto” finché questo stesso cambiamento non influisce su di loro.
Tuttavia, non bisogna farsi illusioni: in India il carbone – che genera attualmente l’80% dell’energia nazionale – sarà ancora per anni la fonte numero uno.
Il governo di Nuova Delhi ha intrapreso un ambizioso viaggio per raggiungere i 175 gigawatt di capacità rinnovabile entro il 2022. Ma gli analisti sono convinti che sia impossibile per il Paese andare oltre il 40% di elettricità zero emissioni (una definizione in cui rientra anche l’energia nucleare) da oggi al 2030. Il rapporto Coal Vision suggerisce che il futuro indiano rimarrà legato al carbone, pur individuando le green energy e lo stoccaggio come i “sostituti chiave” del combustibile. La società, che nell’ultimo anno ha annunciato la chiusura di ben 37 miniere, prevede una domanda nazionale di carbone in continua crescita, fino a raggiungere circa 1.300-1.900 milioni di tonnellate nel 2030.
Non tutti gli esperti, però, concordano. Come spiega a Climate Home News Swati D’Souza, del centro di ricerca sull’energia dell’India “I messaggi sono estremamente contraddittori. I numeri [della domanda di carbone] sono molto alti, rispetto alle attuali tendenze di penetrazione dell’energia solare ed eolica nel settore energetico […] Il documento in realtà non fornisce chiarezza su come sono arrivati a questi numeri”.