Nasce il software gratuito r.green, programma che permette di capire quanta energia può essere sfruttata su un territorio, rispettando l’ambiente
(Rinnovabili.it) – Le energie rinnovabili sono davvero sempre sostenibili? Una domanda che viene posta sempre più spesso quando si tratta di grandi impianti dall’inevitabile impatto sul territorio. Per comprendere a pieno la relazione produzione energetica pulita-tutela dell’ecosistema, gli esperti di energia dell’EURAC hanno sviluppato un software che svolge esattamente questo compito: tramite la mappatura del territorio, di visualizzare immediatamente la tipologia e la quantità di energia rinnovabile utilizzabile e, soprattutto quella più conveniente in termini economici e rispettosi dell’ambiente. Il programma informatico è frutto del progetto recharge.green, partito nel 2012 proprio per analizzare e compare di costi e benefici delle energie rinnovabili, degli ecosistemi e i potenziali conflitti nelle Alpi. Il risultato pratico di questi due anni di lavoro è lo speciale software gratuito r.green.
“Abbiamo creato uno strumento tecnologico innovativo in grado di supportare i processi decisionali nel momento della pianificazione energetica sul territorio”, spiega Giulia Garegnani, ricercatrice dell’EURAC, e aggiunge “vogliamo dimostrare che è possibile utilizzare le energie da fonti rinnovabili nell’arco alpino, assicurando al contempo un uso sostenibile del territorio. In questo modo si salvaguardano la biodiversità e l’uso del suolo.”
Come funziona il software r.green?
Il programma permette di creare un modello spaziale del territorio sulla base dei dati immessi, restituendo la localizzazione, la tipologia e la quantità di energia rinnovabile utilizzabile in linea con la vocazione e la tutela del territorio stesso. Ad esempio, i primi risultati di un caso studio in Provincia di Cuneo, hanno calcolato la disponibilità di biomassa forestale (scarti di lavorazione) per piccoli impianti di teleriscaldamento e la fattibilità di piccoli impianti idroelettrici. Per giungere a queste conclusioni, gli esperti dell’EURAC e dell’Università di Trento hanno considerato in diversi scenari la domanda di energia di una regione, le politiche e la legislazione in materia, i vincoli ambientali — ad esempio nelle aree protette — e la fattibilità economica degli impianti.