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Rinnovabili, l’UE chiede la convergenza dei regimi di sostegno

Privilegiare un approccio più coordinato per stabilire e riformare i regimi di sostegno alle FER. Questa la posizione formale della Commissione europea inviata oggi a Parlamento e Consiglio

(Rinnovabili.it) – “Dobbiamo continuare a sviluppare le energie rinnovabili e a promuovere soluzioni innovative. Ciò va fatto in modo efficiente rispetto ai costi. Questo significa produrre energia eolica e solare dove sia sensato farlo da un punto di vista economico, commercializzandola poi in Europa come già facciamo per altri prodotti e servizi.” Le parole del Commissario all’Energia, Günther Oettinger, giungono solo 24 ore dopo il caso della “bocciatura” delle bozze del quinto Conto Energia e del decreto FER elettriche nostrani; la missiva inviata da Oettinger al direttore del capo dipartimento per l’Energia dell’MSE, Leonardo Senni, ha anticipato di poco quanto promesso dall’Unione qualche giorno fa, ovvero di studiare meccanismi, mutamenti e obiettivi delle differenti politiche nazionali  in tema di incentivi alle eco-energie. La posizione di Bruxelles su rimaneggiamenti normativi attuati dall’Italia e dagli altri Stati Membri si è formalizzata oggi nella nuova comunicazione adottata dalla Commissione europea e dettata dalle attuali contingenze.

Con un target produttivo green come quello stabilito dalla UE per il 2020, non c’è dubbio che l’esecutivo abbia bisogno ora di ricordare ai Ventisette le condizioni sine-qua-non per centrare la meta. “Un simile obiettivo – recita la nota stampa della UE – può essere conseguito in modo efficiente rispetto ai costi solo se tutte le politiche attualmente in vigore vengono attuate in tutti gli Stati membri e a fronte di una convergenza di tutti regimi di sostegno”. Ed ecco perché la Commissione ha deciso di ricordare agli Stati membri quanto sia indispensabile privilegiare un approccio più coordinato per stabilire e riformare i regimi di sostegno all’insegna di quella crescita armonizzata ed unita così determinante per l’Europa. E se da un lato viene confermata la necessità di una convergenza di tutti regimi di sostegno, dall’altro la Commissione invita le nazioni a ricorrere più diffusamente ai meccanismi di scambio delle rinnovabili.

QUATTRO SETTORI SU CUI PUNTARE

La comunicazione evidenzia quattro settori principali nei quali è necessario intervenire in maniera più incisiva da qui al 2020 per poter raggiungere gli obiettivi del “20-20-20” restando efficienti sotto il profilo dei costi:

  • Mercato dell’energia: è necessario completare il mercato interno dell’energia e riconosce la necessità di affrontare, all’interno del mercato, il problema degli incentivi agli investimenti per la generazione di energia elettrica, in modo da consentire una facile integrazione delle energie rinnovabili nel mercato stesso.
  • Regimi di sostegno: privilegiati i programmi che incoraggiano la riduzioni dei costi ed evitano sovra compensazioni e il rafforzamento della coerenza dei regimi di sostegno negli Stati membri, al fine di evitare inutili ostacoli.
  • Meccanismi di cooperazione: la Commissione promuove un maggiore ricorso ai meccanismi di cooperazione contenuti nella direttiva sulle energie rinnovabili. I meccanismi di cooperazione permettono agli Stati membri di raggiungere gli obiettivi nazionali vincolanti mediante lo scambio di energie rinnovabili. Ciò vuol dire che uno Stato membro può, ad esempio, acquistare energia eolica o solare da un altro Stato membro o da un paese terzo al di fuori dell’UE. Si tratta di una scelta che può risultare più economica rispetto alla produzione di energia solare o eolica nel paese di origine.
  • Cooperazione in materia di energia nel Mediterraneo: La Commissione suggerisce di migliorare il quadro normativo e sottolinea che un mercato regionale integrato nel Magreb faciliterebbe gli investimenti su larga scala nella regione e consentirebbe all’Europa di importare energia elettrica da fonti rinnovabili.

BACCHETTATE A CHI NON RISPETTA I PAN

L’esecutivo prende in considerazione anche l’idea di attivare “procedure di infrazione”, nel caso le nazioni non rispetti gli impegni presi sulle rinnovabili nell’ambito dei rispettivi PAN ed un regolare monitoraggio’ dei progressi compiuti.

“Il mercato unico dell’energia è in corso di attuazione e la crescita delle energie rinnovabili rende ancora più urgente il suo completamento. Solo su mercati aperti le energie rinnovabili possono competere in modo equo. Per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2020, gli Stati membri sono tenuti ad attuare i rispettivi piani d’azione nazionali e ad aumentare significativamente i finanziamenti destinati alle energie rinnovabili. Gli investimenti di capitale dovrebbero rapidamente raddoppiare fino a raggiungere 70 miliardi di euro all’anno. Si tratta di investimenti che dovrebbero provenire principalmente dal settore privato. La mancanza di certezza sulle politiche future, e cioè dopo il 2020, è di ostacolo a tale processo”.

Il pericolo di quadro normativo e politico inadeguato, secondo Bruxelles, è il crollo del settore delle green energy che potrebbero, dopo il 2020, andare incontro ad una brusca inversione dei trend di crescita. In tal senso la comunicazione individua tre opzioni su cui avviare il processo destinato alla preparazione delle future opzioni politiche e delle tappe in prospettiva del 2030, riconoscendo come elementi fondamentali una maggiore innovazione la riduzione del costo per le rinnovabili, in modo da rendere questo settore promettente per gli investimenti a favore della crescita.