Rinnovabili

Rinnovabili, da Greenpeace le pagelle alle big del digital

Rinnovabili, da Greenpeace le pagelle alle big del digital

 

Se a Bonn i leaders delle potenze mondiali stentano a trovare un accordo definitivo sul taglio delle emissioni e rimandano la decisione a luglio, i grandi brand del digitale continuano a cavalcare l’onda verde e a investire risorse finanziarie e di marketing nella costruzione di un’immagine eco-responsabile.

Sono soprattutto le cosiddette grandi sorelle della new economy a rappresentare la falange più impegnata nella guerra ai carburanti fossili. In passato aspramente criticati per le ingenti risorse idriche necessarie per raffreddare i data center, ora Google, Facebook e Apple applicano la loro nota forza di persuasione per dissuadere uno stato americano, la Carolina del Nord, dall’intenzione di ridimensionare la portata della nuova normativa dedicata alle energie rinnovabili. Non si tratta solo di una presa di posizione ideologica.

 

Fu proprio grazie al varo di una normativa particolarmente illuminata e poi sottoposta a revisione che Google, Apple e Facebook decisero d’investire nello stato del sud oltre $2.7 miliardi di dollari in nuovi data center che utilizzano tecnologie pulite. La presa di posizione non si è manifestata solo tramite i consueti e discreti mezzi lobbistici, ma soprattutto attraverso una lettera aperta in cui i tre gruppi chiedevano di poter partecipare alla revisione del quadro normativo.
In virtù delle numerose iniziative intraprese recentemente, Apple si è ritrovata in cima alla classifica stilata da Greenpeace per indicare le aziende più eco-responsabili. “L’aggressiva convinzione – scrive Greenpeace – con cui Apple ha perseguito l’obiettivo di alimentare la propria nuvola di dati con il 100% di energie rinnovabili la rende leader tra coloro che stanno investendo in un internet verde”.

 

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La classifica stilata dal movimento ambientalista vede Facebook immediatamente alle spalle del gigante di Cupertino, seguito da Google, Yahoo, Equinix, SalesForce, Rackspace, IBM, Microsoft e Amazon. Anche il gruppo guidato da Jeff Bezos ha decisamente virato verso la sostenibilità ambientale: Amazon costruirà infatti un parco solare da 80 MW nello stato della Virginia. La produzione di energia dovrebbe partire nell’ottobre 2016 e aggirarsi intorno ai 170.000 MWh all’anno, all’incirca il fabbisogno di 15.000 abitazioni private. Attualmente, solo 25% dell’energia necessaria a far funzionare i meccanismi del colosso dello shopping online proviene da fonti rinnovabili.
Il report di Greenpeace, pubblicato online alla fine di maggio 2015, sottolinea come il 60% del tempo trascorso online dall’utente medio sia dedicato a servizi di video streaming. I prodotti video richiedono file di dimensioni molto più ingombranti rispetto ai semplici testi e alle fotografie e anche per questo l’industria del digitale investe pesantemente in data center di nuova generazione. Per fortuna, conclude Greenpeace, al concetto di “edificio energeticamente efficiente” si sta sostituendo quello di “edificio energeticamente rinnovabile e indipendente”.

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