(Rinnovabili.it) – Un piano per affrontare il cambiamento climatico, emulando la competizione che alla fine degli anni ’50 si era innescata per portare l’uomo sulla luna: il Global Apollo Programme non fa certo mistero di puntare ad una meta ambiziosa e d’aver bisogno di investimenti da capogiro per raggiungerla. Presentato ufficialmente a giugno di quest’anno da un nutrito gruppo di scienziati, economisti e uomini d’affari britannici, il programma ha un obiettivo entusiasmante: rendere il costo dell’energia da fonti rinnovabili inferiore a quello delle centrali elettriche a carbone in tutto il mondo, entro 10 anni.
E per questo sta cercando di raccogliere una quota di finanziamenti di 15 miliardi l’anno – la stessa cifra spesa dall’originale Programma Apollo degli USA per realizzare l’allunaggio – che verrebbe incanalata in attività di ricerca, sviluppo e dimostrazione sia per la produzione che per lo stoccaggio dell’energia pulita. All’iniziativa, che vede coinvolte personalità del calibro di David King, inviato britannico per il climate change, e l’economista Nicholas Stern, si è aggiunto in questi giorni anche un altro nome: l’ambientalista e divulgatore scientifico David Attenborough, ritenuto uno dei pionieri dei documentari naturalistici. Attenborough ha voluto registrare un messaggio speciale per promuovere nuove iscrizioni al programma, messaggio in cui spiega come “un approccio sensato al problema dei cambiamenti climatici non ripagherà solo se stesso, ma fornirà benefici economici a tutte le nazioni del mondo”.
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Il piano è stato discusso dai capi della riunione del G7 di stato in Germania lo scorso 7 giugno. La speranza dei promotori è che sia lanciato formalmente nel mese di novembre, poco prima del vertice Onu sui cambiamenti climatici a Parigi. “La Nasa ha mostrato come un meraviglioso obiettivo possa essere raggiunto, in maniera incredibilmente veloce, se ci sono la volontà e le risorse”, ha detto il professor Martin Rees, ex capo della Royal Society e membro del gruppo Apollo.