Il piano Energiewende di Angela Merkel sta funzionando: le rinnovabili soddisfano il 28% della domanda contro il 26 del carbone
(Rinnovabili.it) – Per la prima volta, la Germania produce più elettricità dalle rinnovabili che da ogni altra fonte di energia, prova che la cancelliera Angela Merkel sta facendo progressi nel suo tentativo-scommessa di rendere il Paese indipendente dall’atomo entro il 2022. Le energie pulite hanno raggiunto il 27,7 per cento della domanda negli ultimi 9 mesi, superando per la prima volta il 26,3 per cento del carbone da lignite, o “brown coal” (che però, sommata a un 20% circa di “hard coal”, arriva ancora al 47%). I calcoli sono di Agora, società di ricerca appartenente a due fondazioni: la Mercator Foundation e la European Climate Foundation.
L’intenzione del governo è raggiungere picchi del 60 per cento di energia rinnovabile entro il 2035, grazie al piano Energiewende, e le cifre di oggi segnano un successo in un momento difficile. Il governo infatti era sotto accusa per il rincaro dei prezzi dell’energia e la maggiore dipendenza dal gas russo. La transizione sta avendo un costo economico: dal 2000 ad oggi i contribuenti tedeschi hanno pagato 106 miliardi di euro per finanziare le energie pulite attraverso aumenti delle bollette. Queste ultime sono, infatti le seconde più alte di tutta l’Unione europea. Oggi però l’energia ricavata dal vento soddisfa il 9.5 per cento della domanda, le biomasse l’8.1, il solare genera il 6.8 per cento.
«Anche se tutto ciò avvicina il Paese a un mix energetico low carbon e aiuta a combattere il cambiamento climatico – ha spiegato Anna Czajkowska, analista che si occupa di politiche per le energie pulite – la vera sfida è come integrare la portata intermittente delle rinnovabili in un sistema che non è stato costruito per loro».
Sole e vento, al contrario del nucleare, non producono infatti con regolarità. Le fonti rinnovabili tuttavia hanno fornito 44 gigawatt di elettricità, circa tre quarti della domanda nazionale, secondo le stime all’11 maggio scorso. Con gli impianti convenzionali che producono altri 24 gigawatt si crea una sovrapproduzione che porta all’abbassamento del prezzo dell’energia.