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Rinnovabili, la forza lavoro è giovane

Rinnovabili, la forza lavoro è giovane

 

 

(Rinnovabili.it) – Le energie rinnovabili sono in rapida crescita nel mondo. Ma non altrettanto rapida è quella dei lavoratori qualificati nel settore, secondo chi assume. Lo rivela GETI, acronimo di Energy Global Talent Index, prima indagine condotta a livello globale per valutare i trend occupazionali nel campo delle rinnovabili, del petrolio, del gas e del nucleare. Il sondaggio, promosso da Energyjobline e Airswift, è stato somministrato ad oltre 16.000 dipendenti e responsabili delle assunzioni dei comparti in questione, in 156 Paesi.

 

Dai risultati emerge che oltre 8,1 milioni di persone sono impiegati nelle fonti rinnovabili in tutto il mondo, e la maggior parte degli intervistati è convinto che l’Asia – Cina in primis – sia l’attuale hotspot di crescita per l’industria delle green energy. Rispetto a petrolio, gas e nucleare, la forza lavoro delle rinnovabili è molto più giovane: il 31 per cento degli intervistati nel campo appartiene alla fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni e il 29 per cento tra i 25 e i 34 anni. Eppure molte aziende sono spaventate: un responsabile delle assunzioni su cinque è convinto che ci siano troppo pochi  professionisti in movimento nel settore delle rinnovabili, mentre addirittura quattro su cinque prospettano per il futuro un gap di figure specializzate. Gap che non riuscirà a stare al passo con la domanda crescente di energia pulita.

 

“Eppure, invece di essere allarmati da queste cifre, bisognerebbe vederle come un’opportunità”, spiega Hannah Peet, Managing director di Energyjobline. Le aziende “hanno riconosciuto questo elemento precocemente, mentre hanno ancora una forza lavoro relativamente giovane. Ma devono muoversi velocemente. Mettendo in atto le giuste pratiche ora, si può evitare del dolore inutile nel lungo periodo”.

 

L’indagine ha anche rilevato che nel comparto delle green energy ci sono più donne in posizioni di rilievo che in qualsiasi altro settore energetico. Tuttavia, l’equilibrio di genere anche in questo caso è parecchio lontano come dimostra il solo 13 per cento di “quote rosa”.

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