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Rinnovabili, l’Europarlamento chiede obiettivi vincolanti al 2030

Sì ad una strategia comunitaria di supporto alle rinnovabili e sì ad un obiettivo energetico verde vincolante per il dopo 2020. Questa la posizione dei deputati europei

Rinnovabili, l’Europarlamento chiede obiettivi vincolanti al 2030(Rinnovabili.it) – Un sistema integrato di promozione delle fonti rinnovabili a livello comunitario, target di produzione verde obbligatori per il 203o, incentivi che supportino nuovi investimenti nelle eco-energie. Questo il sunto di quanto chiesto dal Parlamento europeo, riunito ieri in plenaria per votare la proposta del relatore Herbert Reul (PPE, DE).

La risoluzione, approvata 465 voti a favore, 177 contrari e 46 astensioni, chiede alla Commissione UE di assumersi un preciso impegno sul piano energetico green per il post 2020, stabilendo nuovi vincoli produttivi per gli Stati membri da raggiungere entro il 2030. “Questa risoluzione costituisce un punto di partenza per futuri dibattiti. Il supporto alle energie rinnovabili ha bisogno di essere visto da una prospettiva europea. Abbiamo bisogno di parlare delle modalità con cui definire la nostra politica climatica dopo il 2020”, ha spiegato Reul.

 

Secondo gli eurodeputati obiettivi e traguardi dovrebbero essere impostati fino al 2050, intensificando la quota di energie rinnovabili nel mix energetico complessivo rispetto alla attuale ipotesi di lavoro della Commissione europea (il 30% del totale). I  deputati sostengono, inoltre, che sia essenziale spostare il dibattito su un sistema comunitario di sostegno per il post-2020 come parte di una strategia integrata di promozione delle eco-energie che tenga conto della grande varietà di meccanismi di promozione attualmente esistenti tra gli Stati membri, nonché delle differenze regionali e geografiche. In altre parole far muovere la macchina delle fonti pulite come un unico organismo piuttosto che con singole politiche incentivanti nazionali.

Altro punto fondamentale della risoluzione, lo scambio di buone pratiche tra gli Stati membri al fine di garantire che il mercato interno dell’energia funzioni al meglio mandando ai potenziali investitori i giusti segnali.