Rinnovabili e un maggiore impegno da parte delle economie emergenti sono fra pochi punti positivi evidenziati dall’Agenzia nel panorama energetico mondiale. Van der Hoeven:"Non possiamo permetterci altri 20 anni di pigrizia"
(Rinnovabili.it) – La rapida espansione delle tecnologie rinnovabili è uno dei pochi punti positivi che emergono dalla “desolante” valutazione del progresso globale verso l’energia a basso tenore di carbonio. Questa l’analisi fornita oggi dall’International Energy Agency (IEA) nel rapporto annuale per il Clean Energy Ministerial (CEM), l’evento che riunisce i ministri dei Paesi responsabili dei quattro quinti delle emissioni serra mondiali. “La spinta a ripulire il sistema energetico mondiale è in stallo”, spiega il Direttore Esecutivo IEA Maria van der Hoeven. “Nonostante il gran parlare dei leader mondiali, e nonostante il boom delle energie rinnovabili negli ultimi dieci anni, l’unità media di energia prodotta oggi è fondamentalmente sporca come lo era 20 anni fa”. Per illustrare questa inerzia nel miglioramento energetico, il report Tracking Clean Energy Progress si avvale di una precisa unità di misura: l’Energy Sector Carbon Intensity Index (ESCII) che mostra quanta anidride carbonica viene emessa, in media, per fornire una data unità di energia. L’ESCII era pari a 2,39 tonnellate di CO2 per tonnellata equivalente di petrolio (TCO 2 / tep) nel 1990, scendendo nel 2010 a sole 2,37 t CO 2 / tep.
Pur rilevando un’allarmante mancanza di progresso per un ampio range di tecnologie e soluzioni in grado di risparmiare energie, un dato positivo rimane. Dal 2011 al 2012, il fotovoltaico e l’eolico sono cresciuti rispettivamente del 42% e del 19%, nonostante le pressoché continue turbolenze economiche e politiche del settore. L’impegno maggiore arriva proprio dalle economie emergenti; Brasile, Cina e India sono oggi tra i paesi che sostengono la migliore politica per il settore elettrico green. “Mentre le temperature mondiali si alzano a causa di emissioni sempre maggiori di gas serra – due terzi dei quali provengono dal settore energetico – la generale mancanza di progresso dovrebbe servire da campanello d’allarme”, ha commentato Van der Hoeven . “Non possiamo permetterci altri 20 anni di pigrizia. Abbiamo bisogno di una rapida espansione nel settore delle tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio, se vogliamo evitare un riscaldamento potenzialmente catastrofico del pianeta”.