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Che peso danno alle rinnovabili i candidati alle elezioni francesi?

A due giorni dal voto che traccerà la via per la Francia dei prossimi 5 anni, non è chiaro come verrà dato seguito agli annunci sulle rinnovabili

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(Rinnovabili.it) – Domenica si svolgeranno le elezioni presidenziali francesi, e il testa a testa fra cinque candidati, tutti intorno al 20%, rende difficile qualsiasi previsione. Ma qualcuno, al di là degli annunci, conosce i programmi dei pretendenti all’Eliseo? Quali sono le proposte sull’energia e sulle rinnovabili? Rispetto al 2012, il tema energetico non è stato praticamente utilizzato come strumento di campagna elettorale, al punto da far pensare che nessuno tra Fillon, Le Pen, Melenchon e Macron abbia ben chiaro che cosa fare.

Qualcuno però ha deciso di passare al setaccio i cinque programmi, per scoprire che cosa bolle nella pentola energetica di ciascun candidato. Ci ha pensato ekWateur, azienda fornitrice di energie alternative.

Se vincessero François Fillon o Marine Le Pen (destra), secondo lo studio di ekWateur dovremmo attenderci un rafforzamento dell’industria nucleare in Francia. Entrambi i candidati, infatti, puntano ad proseguire la produzione interna di energia estendendo la durata di vita utile delle centrali di EDF da 40 a 60 anni. All’opposto, se si osservano i programmi del trio Macron-Hamon-Mélenchon (centro-sinistra e sinistra), si scopre che l’intenzione è almeno ridurre la quota del nucleare del 50% entro il 2025. La proposta è in linea con la legge quadro sull’energia, adottata nel 2015 dal governo Hollande. Il problema, spiegano da ekWateur, è che i candidati «non danno nessun dettaglio su come pensano di farlo». La sinistra, tramite Benoît Hamon e Jean-Luc Mélenchon, si spinge ancora più in là, con promesse sfavillanti: l’ambizione dei due è costruire una Francia 100% rinnovabili entro il 2050.

 

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Le conclusioni dell’analisi, però, riportano con i piedi per terra i sognatori: se tutti sono d’accordo che il futuro della produzione elettrica francese includerà una quota di energia rinnovabile superiore all’attuale, sembra che nessuno abbia calcolato le risorse necessarie alla transizione. E allora ci pensa ekWateur, spiegando che alla crescente domanda di rinnovabili nel mix di energia consumata corrisponde un aumento delle richieste di soluzioni a livello individuale e locale. Ciò significa investimenti nelle smart grid e installazione di nuove unità locali di produzione elettrica sostenibile al posto della generazione centralizzata delle grandi centrali elettriche.

«Seppur semplici da capire, queste soluzioni non sono altrettanto semplici da implementare senza il consenso pubblico a livello locale», osserva la ricerca. Dal prezzo dell’energia elettrica che potrebbe inizialmente aumentare, alle resistenze per l’installazione di turbine eoliche impattanti sul paesaggio, servirà un impegno che i candidati alla presidenza non sembrano ancora aver preso sul serio.