(Rinnovabili.it) – Tariffe CIP 6, Certificati Verdi, Tariffe Onnicomprensive, Registri,Aste e Fit del decreto Romani: queste sono le tipologie di incentivi che vengono presi in considerazione ai fini del “contatore degli oneri delle fonti rinnovabili”, lo strumento operativo che serve a visualizzare, sul sito internet del GSE, il “costo indicativo cumulato annuo degli incentivi” riconosciuti agli impianti alimentati da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico. Proprio in questi giorni il Gestore ha aggiornato i suoi calcoli: al 31 marzo 2013 il costo indicativo annuo risulta pari a circa 4,15 miliardi di euro, ovvero 1,65 miliardi di distanza dal limite di spesa annuo in base a quanto prescritto all’art. 3 del D.M. 6/7/2012 e leggermente inferire a quanto stimato a febbraio 2013.
Sul sito internet del GSE sono pubblicate le tabelle relative agli interventi rientranti nei meccanismi di incentivazione sopracitati, ripartiti per classi di potenza e per tipologia. Riportiamo di seguito i dati del costo indicativo suddiviso tipologia di incentivo:
– Certificati Verdi: 2.576,6 milioni di euro
– Tariffa Omnicomprensiva: 1.117,1 milioni di euro
– CIP6 : 216,4 milioni di euro
– Registri e Aste DM 6/7/2012: 234,7 milioni di euro
– Impianti in esercizio DM 6/7/2012: 0,6 milioni di euro
Al 31 marzo 2013, non risultano incentivati Impianti Solari Termodinamici. Ricordiamo inoltre che non sono inclusi nel contatore gli impianti alimentati a fonti assimilate alle rinnovabili.Nel caso di impianti ibridi, vengono considerati nel contatore solo gli oneri attribuibili alla fonte rinnovabile, indipendentemente dall’inquadramento giuridico della fonte non rinnovabile al momento dell’entrata in esercizio dell’impianto e dunque indipendentemente dall’eventuale incentivo ad essa riconosciuto.
“In particolare – si legge nel documento del GSE – nel caso degli impianti alimentati a rifiuti, anche se essi hanno avuto accesso all’incentivazione sul totale dell’energia prodotta, nel contatore vengono inclusi solo gli oneri attribuibili all’incentivazione della frazione biodegradabile. A tal proposito, ai soli fini del contatore, nei casi di impianti per cui non si disponga di una valutazione dell’energia imputabile alla frazione biodegradabile dei rifiuti utilizzati, si assume che la quota della producibilità imputabile alla frazione biodegradabile sia pari al 51%”.