Da assoRinnovabili 10 schede per proporre al Governo 33 azioni da inserire nel piano per contribuire al rilancio dell’occupazione e alla crescita del PIL
(Rinnovabili.it) – Raggiungere una maggiore indipendenza energetica dall’estero, rafforzare la sostenibilità ambientale per rilanciare l’industria italiana, supportare imposte sulle rinnovabili più eque, puntare su un futuro più elettrico. Questi sono solo alcuni dei dieci obiettivi presentati da assoRinnovabili al governo in vista della elaborazione del Green Act, il disegno di legge in materia ambientale che dovrebbe dare nuovo impulso allo sviluppo verde dell’economia. E mentre il ministero dall’Ambiente fa sapere di aver avviato la fase di consultazione sul ddl, l’associazione stila 10 target e per lo sviluppo green e 33 azioni per raggiungerli; si tratta di un vero e proprio piano che evidenzia come le rinnovabili, se adeguatamente regolamentate e sostenute, possano contribuire al rilancio dell’occupazione e alla crescita del PIL, in armonia con gli obiettivi stabiliti nel documento di Strategia Energetica Nazionale (SEN) e nel recente accordo sui target 2030 definito in sede di Consiglio Europeo.
“Il Green Act è l’occasione che non possiamo permetterci di perdere – commenta Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili -. Oggi più che mai dobbiamo contribuire a costruire un futuro più sostenibile e più efficiente che porti occupazione, ricchezza e benessere. Le rinnovabili possono già offrire tutto questo. Il nostro documento indica la direzione da percorrere per superare gli ostacoli che ancora ne frenano la crescita”. Tra i tanti spunti propositivi, il manifesto pone l’accento sulla necessità di regole certe a tutela degli investitori, procedure più semplici in un’ottica di progressiva sburocratizzazione del Paese e un fisco più amico delle rinnovabili. Si chiede inoltre di adeguare gli attuali meccanismi di sostegno per raggiungere gli obiettivi europei al 2030, favorendo la transizione postincentivi e di promuovere concretamente lo sviluppo del biometano, prevedendo criteri ragionevoli di qualità in linea (e non superiori) con quelli degli altri paesi europei e rendendo prioritario l’accesso alla rete del gas naturale.