(Rinnovabili.it) – Nuovi passi avanti per la microgenerazione da rinnovabili in Brasile. Il Banco do Nordeste, l’istituto finanziario pubblico del Paese, ha ampliato le opzioni di finanziamento disponibili nel suo Northeast Constitutional Financing Fund (FNE) per includere i progetti di fotovoltaico domestico. Il fondo dovrebbe coprire anche piccoli impianti eolici, mini-idrolettrico e impianti a biomasse. In un comunicato stampa, la banca ha spiegato che per tali tecnologie, la partecipazione dei fondi FNE potrà essere fino al 60% degli investimenti complessivi del progetto, con una durata massima di 20 anni e periodo di grazia di 8 anni. “Per questi settori – ha commentato un funzionario del Banco do Nordeste – è estremamente positivo di contare su linee di credito per aumentare le loro attività, soprattutto in un periodo di sfide economiche come quello attuale”.
L’istituto di credito sembra allinearsi con le scelte del Ministero dell’Energia che, a fine 2015, aveva lanciato un nuovo programma statale dedicato ad incentivare i consumatori a generare da sé l’energia necessaria, con particolare attenzione al solare fotovoltaico.
Lo strumento, chiamato Programa de Desenvolvimento da Geração Distribuída de Energia Elétrica (ProGD) potrebbe generare più di 25,6 miliardi di dollari di investimenti entro il 2030 e riportava per l’appunto misure quali la creazione di linee di credito dedicate a progetti di generazione distribuita nei segmenti residenziali, commerciali e industriali, incentivi per i componenti e le attrezzature e la promozione della formazione di manodopera di settore. Inoltre il progetto fissava un prezzo di riferimento (BRL 454/MWh) per l’energia prodotta dai sistemi fotovoltaici, semplificando nel contempo gli attuali meccanismi predisposti alla vendita di energia elettrica sul mercato libero.
Secondo le stime dello stesso Ministero, entro il 2030, circa 2,7 milioni di consumatori brasiliani potrebbero aver usufruito dell’offerta istallando un impianto di produzione da fonti rinnovabili. Peccato che con l’attuale clima politico – il presidente brasiliano Dilma Rousseff è stata messa sotto accusa e sostituita da nuovo presidente ad interim Michel Temer – sia oggi difficile fare previsioni di sviluppo.