Il gverno australiano è all’angolo, criticato da ogni parte per aver deciso di rivedere la politica energetica tagliando le rinnovabili in favore del fossile. Adesso Canberra cerca di recuperare
Nonostante il governo australiano avesse creato, attraverso la promozione delle rinnovabili negli scorsi anni, posti di lavoro ed economia, ha deciso di sospendere (e sta valutando addirittura di revocare) la legislazione favorevole al settore. Le forti critiche che Canberra ha attirato su di sé con questa decisione, sembrano lasciare uno spiraglio per evitare alle energie pulite una brutta fine. Sono in corso consultazioni tra il governo e i partiti all’opposizione per raggiungere una posizione di compromesso.
Il ministro dell’ambiente, Greg Hunt, ha detto sostenuto ai microfoni della ABC che il governo «sta lavorando per trovare la giusta e bilanciata via di mezzo».
La situazione depressiva in cui versa il settore delle rinnovabili deriva da una greve retorica governativa che ha scoraggiato gli investitori con la sua intenzione di chiudere i clean Energy programs. Adesso che il governo è all’angolo, potrebbe decidere di ritoccare la strategia energetica solo parzialmente. Un fatto che potrebbe risollevare gli investimenti del 50% rispetto al livello attuale, il che significa circa 10 miliardi di dollari da qui al 2020.