Accelerano il ritmo i colloqui sul target rinnovabili 2030 dell’UE
(Rinnovabili.it) – Uno degli elementi più discussi del Pacchetto Energia europeo potrebbe aver trovato la sua stesura finale nei colloqui tra Parlamento e Consiglio dell’UE. Secondo quanto rivela oggi Euractiv, i legislatori europei avrebbero delineato un accordo di compromesso sull’obiettivo rinnovabili 2030. Punto nevralgico sia della nuova direttiva sulla Governance dell’Energy Union che di quella sulle fonti rinnovabili REDII, il target definisce la quota di energia pulita sui consumi finali da raggiungere entro la fine del prossimo decennio.
Le posizioni di partenza delle due istituzioni non potevano essere più differenti. Il Parlamento europeo premeva per un maggiore impegno rispetto alla bozza prodotta dalla Commissione (in cui si chiedeva un 27% di green energy nei consumi finali): gli eurodeputati della Commissione Ambiente di Strasburgo volevano un obiettivo rinnovabili 2030 del 40% abbassatosi poi al 35% nella votazione in plenaria. Il Consiglio dell’Ue, invece, si era accordato per mantenere il 27%, malgrado le spaccature interne ai ventotto.
Ieri il trilogo – agli incontri partecipa anche l’esecutivo europeo – ha trovato una prima intesa. La Bulgaria, che detiene la presidenza di turno semestrale dell’UE, ha presieduto i negoziati sul pacchetto Energia 2030 e ha rappresentato i 28 Stati membri nella riunione che si è svolta a porte chiuse a Strasburgo. Fonti ufficiali riferiscono che la Commissione europea ha elaborato una proposta di compromesso con la presidenza bulgara, che prevede due opzioni:
- Un obiettivo del 30-31% per le energie rinnovabili 2030 concedendo agli europarlamentari semaforo verde su tutta una serie di richieste, come la promozione dell’autoconsumo e l’istituzione di un sotto obiettivo legalmente vincolante per le energie rinnovabili nel settore del riscaldamento e raffreddamento
- Un obiettivo più elevato del 32-33% per le rinnovabili 2030, in cambio del quale il Parlamento dovrebbe fare concessioni al Consiglio.
I deputati avrebbero espresso maggiore interesse per la seconda opzione sostenendo che l’obiettivo principale nella prima opzione fosse, in ogni caso. “È la prima volta che mettono sul tavolo una percentuale del 32-33%”, ha detto una fonte a Euractiv, esprimendo ottimismo riguardo alle possibilità di concludere i negoziati nel prossimo round di colloqui, previsto per il 13 giugno.