Prevede un’applicazione più graduale, unita a una riduzione degli oneri in quota fissa. Ma la riforma delle tariffe elettriche resta controversa
(Rinnovabili.it) – Dopo l’insurrezione delle associazioni ambientaliste, dei consumatori e delle rinnovabili, l’AEEGSI pubblica un secondo documento di consultazione (scaricabile qui) relativo alla riforma delle tariffe elettriche. L’Autorità ha limato un po’ qui e un po’ là i suoi orientamenti, stabilendo un’applicazione più graduale delle misure, mantenendo intatta la divisione tra residenti e non residenti e, soprattutto, riducendo la percentuale degli oneri che da quota variabile finiscono in quota fissa. Ci sarà tempo fino al 4 settembre per inviare all’AEEGSI i propri rilievi.
Proprio per quanto riguarda gli oneri, punto sul quale le associazioni sono più preoccupate, il Dco del febbraio scorso (scaricabile qui) prevedeva lo spostamento del 100% degli oneri di distribuzione, insieme a un 50% degli oneri di sistema, sulla quota fissa. Queste soglie sono state riviste al ribasso, dal momento l’Autorità ha notato che «secondo alcuni partecipanti alla consultazione, investimenti in efficienza energetica e per l’autoconsumo perderebbero parte del proprio valore».
Il nuovo documento propone che, per quanto riguarda gli oneri di sistema, si mantenga una distinzione fra residenti e non: i primi pagheranno gli oneri soltanto in relazione ai kWh di energia prelevata, mantenendo una struttura monomia, i secondi pagherebbero anche in relazione al numero dei punti di prelievo (struttura binomia). Il 75% delle entrate verranno dall’energia prelevata, mentre il 25% sarà incamerato in relazione ai punti di prelievo. Il mantenimento della separazione tra residenti e non residenti consentirà un’applicazione più graduale della riforma per i primi, penalizzando questi ultimi.
La nuova proposta per gli oneri di rete, invece, prevede che la quota fissa copra unicamente i costi delle attività di misura e commercializzazione. I costi della distribuzione sarebbero coperti solo dalla quota potenza, ossia in relazione ai kW impegnati, mentre i costi di trasmissione saranno calcolati in relazione al prelievo, cioè in quota energia.
Secondo le tabelle dell’AEEGSI, tuttavia, resta una forte diseguaglianza: i residenti con potenza richiesta pari a 3kW e consumo fino a 2.700 kWh l’anno subirebbero un aumento della bolletta tra i 19 e i 71 euro l’anno. Il non residente con i più bassi consumi (900 kWh) e i canonici 3kW di potenza richiesta, invece, dovrebbe sopportare 117 euro di maggiori costi. Per contro, ai residenti da 6kW e 6.000 kWh/anno verranno regalati tagli di bolletta da 582 euro. Nella tabella qui sotto si possono leggere tutti gli scenari previsti dall’Autorità, che ha definito 8 tipologie di consumatori.
Come hanno fatto notare le associazioni in un incontro con l’AEEGSI, qualche giorno fa, queste previsioni impatterebbero negativamente sull’81% delle famiglie italiane, che consumano meno di 2.640 kWh l’anno. Pronto, in merito, il commento del senatore del Movimento 5 stelle, Gianni Girotto: «La riforma continua a pesare su chi consuma meno, che si troverà a pagare di più. Rende economicamente inefficaci gli interventi di efficientamento energetico e di consumo dell’energia prodotta tramite le fonti energetiche rinnovabili. Si pone in contrasto con le direttive europee sull’efficienza energetica e gli obiettivi di riduzione dei consumi di energia e delle emissioni».