Quattro provvedimenti per riformare il mercato elettrico europeo
(Rinnovabili.it) – Aggiunto un nuovo mattone alla costruzione dell’Unione Energetica. Per essere precisi i mattoni sarebbero quattro, come le proposte legislative emendate oggi a Strasburgo. Gli europarlamentari della Commissione Industria ed Energia (ITRE) si sono ritrovati stamani a votare diversi progetti di relazione inerenti la riforma del mercato elettrico europeo. Il voto ha alzato ancora una volta l’asticella dell’ambizione, rispetto alle posizioni più deboli manifestate in questi mesi dal Consiglio dell’UE. Diversi gli elementi al centro della discussione: si va dai meccanismi di capacità alle misure per affrontare gli effetti di cyberattacchi o disastri naturali nel settore energetico.
Se la plenaria confermerà il mandato all’ITRE, le proposte espresse oggi incarneranno la posizione definitiva del Parlamento Europeo all’interno dei negoziati con gli Stati membri.
MECCANISMI DI CAPACITÀ Il voto della Commissione Industria ha introdotto alcune novità e stretto dei nodi su questioni importanti a cominciare da quelle contenute nella proposta legislativa di regolamento sul mercato interno dell’energia elettrica e in quella riguardante le regoli comuni per il mercato elettrico. Con il via libera alle relazioni del rapporteur Krišjānis Kariņš (EPP), gli eurodeputati chiedono norme più rigorose per i meccanismi di capacità: dal 2020 non saranno più sopportai nuovi impianti, e dal 2025 l’ammissibilità ai sussidi sarà chiusa anche per quelli esistenti. Gli Stati membri non potranno inoltre mantenere aperti impianti inquinanti senza che i gestori siano d’accordo. Sembra un elemento quasi insignificante, ma non lo è per Paesi come l’Italia e la Spagna dove il governo è intervenuto sui programmi di chiusura delle centrali, rispettivamente, di Enel e Iberdrola.
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GLI “ENERGY CITIZENS” Una versione precedente del progetto di relazione di Kariņš minacciava di esporre i produttori di energie rinnovabili su piccola scala alle stesse regole delle grandi imprese energetiche in nome di un mercato elettrico equo. Nel dettaglio si chiedeva alle rinnovabili la rinuncia al dispacciamento prioritario e all’esenzione dalle responsabilità di bilanciamento della rete. La proposta è stata stracciata dopo le accese proteste di ambientalisti e associazioni di categoria, ma nel testo finale è stata inserita l’eliminazione graduale del dispacciamento prioritario per tutti i nuovi impianti a partire del 2020.
I deputati hanno anche concordato le condizioni con cui creare e gestire le comunità energetiche locali, ovvero gruppi di persone che producono e consumano energia a livello locale (prosumers). Reti che, secondo l’ITRE, dovrebbero contribuire ai costi del sistema elettrico a cui si collegano.
EVITARE I BLACKOUT Le altre due proposte emendative approvate chiedono misure nazionali e regionali da attuare prima e durante le crisi energetiche per garantire che l’offerta non venga interrotta a causa di condizioni meteorologiche avverse o attacchi hacker. In questo contesto i centri di coordinamento regionali dovrebbero contribuire a redigere scenari di pianificazione delle crisi.