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La difficile riforma della Carta dell’energia: UE al banco di prova

La Commissione europea dirige i negoziati per riformare il trattato dell’Energy Charter mentre il Lussemburgo cerca una coalizione di Paesi che allinei la revisione agli obiettivi di Parigi

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© Copyright David Dixon – (CC BY-SA 2.0)

 

Quale destino per il Trattato sulla Carta dell’Energia?

(Rinnovabili.it) – La riforma del Trattato sulla Carta dell’Energia dovrà essere in linea con gli obiettivi climatici globale o il testo sarà riscritto completamente. È una posizione determinata quella che il Lussemburgo ha assunto in uno dei più importanti negoziati europei in tema energetico. A luglio di quest’anno gli Stati membri hanno incaricato la Commissione europea d’avviare le trattative sulla modernizzazione dell’Energy Charter Treaty (ECT) con il preciso obiettivo di ripristinare il “diritto di legiferare” dell’Unione in settori come quello ambientale e sanitario. Il percorso di riforma appare tuttavia complicato come spiegato anche Carlo Pettinato capo dell’unità Politica di Investimento della Commissione durante un dibattito a Bruxelles “Stiamo spingendo con tutte le forze per cambiare questo trattato”, ma con ben 50 stati firmatari e arbitri del meccanismo di risoluzione delle controversie al di fuori dell’Unione “non sarà facile”.

 

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Uno dei punti più critici dell’attuale impostazione proprio quest’ultimo aspetto. Ad oggi le disposizioni relative al meccanismo di risoluzione delle controversie investitore-Stato per la protezione degli investimenti commerciali, penalizzano i Paesi che decidono di modificare leggi comunitarie o nazionali.

In altre parole, le disposizioni del trattato consentono alle aziende di citare in giudizio gli Stati per progetti energetici bloccati a seguito di nuove norme. È il caso dell’Italia portata in tribunale per il decreto di tagli retroattivi agli incentivi fotovoltaici ma anche per il divieto nei confronti di alcune trivellazioni petrolifere offshore.

 

Per il ministro dell’energia del paese Claude Turmes ministro dell’Energia lussemburghese non ci sono mezze misure: il trattato dovrà essere rivisto per allinearlo con gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi o essere smantellato completamente. In questo senso la nazione sta cercando di costruire una coalizione di “paesi responsabili dell’energia” per apportare modifiche al trattato che tutelino gli aspetti ambientali. “Se l’UE deve diventare il nuovo leader climatico globale, come Ursula von der Leyen ha annunciato, dobbiamo attaccare ed essere molto proattivi su questo trattato”.

 

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