Una bomba fiscale su famiglie povere, efficienza energetica e autoconsumo. Ma l’Autorità difende la riforma della bolletta elettrica
(Rinnovabili.it) – Più consumi, meno paghi. In sintesi, la riforma della bolletta elettrica proposta dall’AEEGSI (Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico) è tutta qui. E non piace affatto alle associazioni ambientaliste, dei consumatori e delle rinnovabili che ieri hanno esposto le loro perplessità sul nuovo sistema di tariffazione in un incontro a porte chiuse con il presidente dell’authority, Guido Bortoni. Ma adesso chiedono un incontro pubblico, durante il quale l’AEEGSI spieghi le motivazioni di una scelta che «penalizzerebbe circa 24 milioni di famiglie su 29.3 milioni», secondo Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare.
L’incontro di ieri ha visto la presenza di Greenpeace, Italia Solare, ISES Italia, Legambiente, WWF, Kyoto Club, Movimento 5 Stelle e CODICI. L’Autorità avrebbe affermato, secondo quanto rivelano i partecipanti, che «l’obiettivo della riforma è agevolare la transizione verso uno sfruttamento sempre maggiore del vettore elettrico, grazie a una riduzione del costo dei consumi, e dar la possibilità agli utenti di modulare con più libertà la potenza impegnata».
Fino a 100 euro in più nella bolletta elettrica di chi consuma meno
L’AEEGSI sosterrebbe la tesi che, in uno scenario di produzione da rinnovabili, il contenimento dei consumi non sia più un obiettivo prioritario. Spingerebbe anzi verso un aumento degli stessi, fatto che preoccupa non poco il drappello accorso ieri al tavolo dell’Autorità. Le associazioni ritengono che un aumento della domanda di energia non potrà che venire soddisfatto da fonti fossili, specialmente se la riforma, come sembra, scoraggerà autoconsumo (già vessato nel 2014) e interventi di efficienza energetica. Se da una parte permettono in qualche modo il superamento del sistema progressivo, come chiesto dalla direttiva europea, è altrettanto vero che le modifiche fanno a pugni con gli obiettivi di efficienza e rinnovabili fissati dal Pacchetto Clima-Energia 2030.
La riforma della bolletta elettrica dovrebbe tradurre in pratica quanto previsto dal decreto 102/2014, che recepiva la direttiva europea sull’efficienza energetica (la 2012/27). L’obiettivo è «superare la struttura progressiva rispetto ai consumi», e l’intenzione è di perseguirlo spostando il 100% degli oneri di distribuzione sulla quota fissa. Un fatto che aumenterebbe i costi fissi degli utenti che consumano poco, mentre vedrebbe calare per converso quelli di chi invece consuma di più. Una sorta di redistribuzione al contrario, che secondo i numeri delle associazioni vedrebbe l’81.5% delle famiglie italiane pagare bollette più care. Sarebbero oltre 13 milioni di utenze, quelle con i consumi minori, a subire la botta più pesante, fino a 100 euro in più l’anno. A sorridere saranno i grandi consumatori, che vedranno un calo dei costi «dal 20 al 40% su base annua».
L’entrata in vigore dei cambiamenti previsti sarà graduale, secondo l’idea dell’AEEGSI: partirà nel 2016 con il superamento della progressività, per arrivare a regime nel 2018.