Per il premier Renzi un mondo che va avanti solo a rinnovabili oggi è solo un sogno. E dall'inaugurazione della 1a centrale ibrida solare-geotermia degli USA, ricorda che per l'Italia il suo governo vuole petrolio e gas
(Rinnovabili.it) – “Diario di bordo della missione americana […] La prima tappa ci vede in volo verso il Nevada, verso Stillwater. Direte: e che ci fate a Stillwater? Presto detto: visitiamo la centrale di energie rinnovabili più innovativa del mondo. Che è italiana, anche se spesso il nostro Paese sembra fare tutto per nascondere le proprie eccellenze”. E’ difficile credere che queste parole siano state pronunciate dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, eppure è quanto ancora oggi si può leggere sull’account Facebook ufficiale del premier.
Renzi, in viaggio negli USA per una missione di quattro giorni che culminerà domani nel Nuclear Security Summit, ha colto l’occasione per visitare l’impianto di Enel Green Power di Stillwater, la prima centrale ibrida al mondo che unisce geotermia a fotovoltaico e solare termodinamico. Un gioiellino tecnologico che può vantare il bollino del “made in Italy” ma che sarebbe stato impensabile realizzare in Italia. Sì perché, se all’estero Matteo Renzi loda le rinnovabili nostrane e i risultati eccellenti raggiunti in questi anni, in patria la musica è molto diversa.
Lo ha ricordato solo qualche giorno fa Greenpeace con il dossier Rinnovabili nel Mirino. Questo governo più di altri in passato, è intervenuto sistematicamente con misure di freno per il comparto delle green energy nostrane. Drastico calo delle istallazioni, taglio dei posti di lavoro, penalizzazione dell’efficienza energetica: queste sono solo alcune delle conseguenze di provvedimenti come lo spalma incentivi o gli interventi sui SEU. Secondo i dati elaborati dalle Nazioni Unite nel 2015 il Belpaese “ha visto gli investimenti in energie rinnovabili scendere sotto 1 miliardo di dollari, in calo del 21 per cento rispetto al 2014 e molto al di sotto del picco di 31,7 miliardi di dollari raggiunto durante il boom fotovoltaico del 2011”.
“Dobbiamo essere orgogliosi – ha dichiarato Renzi dal Nevada – di quello che Enel ed Enel green power stanno facendo, qui siamo nel cuore dell’innovazione per una straordinaria scommessa che tiene insieme le tecnologie più all’avanguardia e i valori”. Scommessa va detto, persa in partenza in patria dove – anche senza contare i tagli agli incentivi – i repentini cambi normativi hanno creato un’aura d’insicurezza intorno al settore green. Negli USA, invece, il congresso ha approvato un’estensione di altri 5 anni degli incentivi federali per l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici, assicurando stabilità agli investitori.
“Fa venire rabbia la dichiarazione euforica data, come sempre, via Twitter da Renzi”, commentano i parlamentari del M5S di Camera e Senato delle Commissioni Ambiente, Attività produttive e Industria. “Si pavoneggia che l’Italia è leader mondiale delle rinnovabili. E non è un caso che lo faccia negli Stati Uniti dove Enel sta inaugurando la centrale rinnovabile più innovativa. È italiana, certo, ma sta all’estero. Tutto questo mentre in Italia il settore è ucciso, calpestato da anni di cattiva politica, di incentivi bloccati, di programmazione quasi assente”.
E se nelle sedi internazionali l’Italia promette di tagliare le emissioni di gas serra, nelle mura di casa aumenta i contributi ai combustibili fossili: siamo passati da 12,8 miliardi a 13,2 miliardi di dollari in un solo anno (dati Fondo monetario Internazionale 2013-2014).
A pochi giorni dal referendum sulle trivelle, le parole pronunciate da Renzi non possono che rinnovare lo spot pro-fossili del governo italiano: “Dobbiamo avere consapevolezza che un mondo che va avanti solo a rinnovabili per il momento è solo un sogno. Dobbiamo ridurre la dipendenza dai fossili e le emissioni, come abbiamo fatto negli ultimi 25 anni (in Italia -23% di emissioni CO2). Ma il petrolio e gas naturale serviranno ancora a lungo: non sprecare ciò che abbiamo è il primo comandamento per tutti noi”.