(Rinnovabili.it) – “Per la prima volta la competitività industriale” sarà “inserita all’interno di un ragionamento che comprenda l’energia – con tutti i problemi ad esso collegati, e vista sia come costo sia come impiego efficiente delle risorse – e l’occupazione” inclusa “in un quadro complessivo, unitario”. Le parole sono quelle pronunciate dal premier Matteo Renzi, nel corso dell’informativa nell’aula della Camera sul Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. A poco più di tre mesi dall’inizio del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, e ormai a sole poche ore dalla riunione dei capi di Stato e di governo per discutere le priorità politiche comunitarie, Renzi ha illustrato a Camera e Senato la posizione italiana su quelli che saranno i temi caldi della due giorni europea.
Al centro del discorso del presidente del Consiglio c’è chiara la richiesta di un deciso cambio di mentalità e di approccio: “Non possiamo recarci alle discussioni europee domandandoci che cosa l’Europa ci deve dire: dobbiamo entrare nella logica di dire che cosa noi chiediamo all’Europa, a partire da politiche economiche che in questi anni hanno mostrato il proprio limite”. Riprendere ognuno la parte che gli compete e cambiare l’impostazione europea, nella quale mancherebbe un’idea di crescita, arrivando al turno di presidenza del semestre europeo avendo varato le riforme strutturali per stimolare lo sviluppo. E’ il caso della riduzione del costo dell’energia a sostegno delle piccole e medie imprese, introdotta nel nuovo pacchetto riforme. “Se sei una grande impresa energivora, hai degli sconti; se sei una piccola e media impresa (la bolletta vale circa 14 miliardi di euro), hai un costo superiore tra il 25 il 30 per cento. Il riequilibrio anche della strutturazione, a partire dai sussidi, della bolletta elettrica è un pezzo del ragionamento, ma non è decisivo e risolutivo”.
E l’energia sarà anche uno dei grandi argomenti di discussione del Consiglio Europeo, argomento su cui, però, il premier non si sbottona più di tanto limitandosi a ricordare come “la relazione «Clima, energia, competitività»” veda oggi “oggettivamente una divisione all’interno dei Ventotto”. “Noi siamo tra i Paesi che spingono per un livello più avanzato, ma c’è oggettivamente una divisione in due, almeno in due, su questo specifico settore; questo tema sarà oggetto della discussione ovviamente in sede del semestre europeo, anche approfittando del summit di settembre delle Nazioni Unite e, per quello che ci riguarda, immaginando un percorso che possa vedere nel 2015, anche nella fase di preparazione del vertice di Parigi, l’Expo come un’occasione di valorizzazione delle specificità italiane”.
L’impegno profuso dal Governo italiano però non accontenta tutti, soprattutto quando si parla di clima ed energia. “Con rammarico constatiamo – afferma il Senatore Gianni Girotto – che la proposta del suo Governo, seppur annunci buoni propositi, è insoddisfacente ad affrontare le sfide dell’innovazione e poco ambiziosa per lottare contro il cambiamento climatico […] Occorre prendere una posizione netta, inequivocabile, temporalmente più stringente. A favore delle rinnovabili, dell’efficienza energetica e della generazione distribuita. […] Il perseguimento degli obiettivi vincolanti al 2020 hanno già dimostrato l’importanza che le scelte indicate dal M5S possono produrre nel sostenere l’occupazione nuovi filiere industriali, nuovi posti di lavoro. Renzi, lei ha detto che il suo Governo non ha paura di confrontarsi con i numeri. Si confronti con i 4,2 milioni di persone occupate in numerose eco industrie. E’ questo il futuro, è questo il luogo che vorremmo costruisse.”