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Regno Unito: il 2019 è l’anno del sorpasso delle rinnovabili sulle fossili

Il gestore della Rete nazionale ha pubblicato i dati relativi ai primi 5 mesi di consumo elettrico in Gran Bretagna: il 48% dell'elettricità fornita da fonti rinnovabili contro il 47% da carbone e gas naturale.

rinnovabili regno unitoIl sorpasso delle rinnovabili è merito soprattutto della grande espansione dell’eolico offshore

 

(Rinnovabili.it) – Il Regno Unito nel 2019 vedrà il sorpasso del consumo di energia da fonti rinnovabili su quello da combustibili fossili: ad annunciare la storica svolta è stato l’impresa National Grid che gestisce la rete di approvvigionamento energetico in Gran Bretagna.

 

Secondo i dati diffusi dalla National Grid, le fonti a basse emissioni hanno contribuito al 48% dei consumi britannici di elettricità nei primi 5 mesi del 2019, mentre il comparto fossile, principalmente impianti alimentati a carbone e gas naturale, ha contribuito per il 47% dei consumi, con la restante percentuale garantita da biomassa e stoccaggio di energia.

 

Merito soprattutto della crescita esponenziale del parco eolico britannico, che ha fornito quasi il 20% dell’energia consumata in Regno Unito, oltre che di condizioni meteo particolarmente favorevoli nella prima metà del 2019. Solo 10 anni fa (nel 2009) il comparto eolico rappresentava appena l’1% dei consumi elettrici nazionali, mentre gas naturale e soprattutto carbone contavano per circa il 75% delle generazione elettrica.

 

A metà maggio, la National Grid aveva annunciato il completamento della prima settimana nel Regno Unito senza dover bruciare carbone: un piccolo obiettivo mai raggiunto dalla metà dell’800, quando l’oro nero divenne il motore della seconda rivoluzione industriale che portò il Paese a divenire una delle nazioni più potenti al mondo.

 

Oggi il Regno Unito prova a far volare la propria economia sulle ali del vento: negli ultimi anni sta crescendo soprattutto l’eolico offshore, con la costruzione di numerosi impianti a largo delle coste nel nord ovest del Paese. Nel 2018, a ovest dell’isola di Walney è stato completato il parco eolico attivo più grande del mondo, la Walney Exstension del gruppo Ørsted: 189 turbine per una capacità complessiva di 1.026 MW.

 

Ma il passaggio verso un sistema energetico più pulito, necessario più che mai ora che il Regno Unito ha annunciato il target delle zero emissioni nette entro il 2050, passa anche dall’interconnessione con i Paesi vicini, alcuni dei quali tra i maggiori produttori di energia rinnovabile: la National Grid ha precisato che il 9% dell’elettricità consumata in Uk nel 2019 proviene da Francia, Belgio, Olanda e Irlanda. Oltre la metà di queste importazioni sarebbero state garantite da fonti rinnovabili (tra cui viene annoverata anche l’energia elettrica da nucleare, di cui la Francia è il primo produttore in Europa).

 

Entro il 2021, Regno Unito e Norvegia dovrebbero rendere operativo il collegamento sottomarino di 720 km (l’interconnessione di Rete più lunga al mondo) che permetterà rifornimenti di energia pulita proveniente dai numerosi impianti idroelettrici norvegesi e al contempo la vendita della produzione in eccesso delle fattorie eoliche britanniche.