(Rinnovabili.it) – È un giudizio positivo quello espresso dalle Regioni sulla SEN 2030. Il testo della strategia, oggi ancora in consultazione pubblica, definisce le priorità energetiche che l’Italia dovrà inseguire nel decennio a partire dal 2020. Su queste priorità la Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome è stata chiamata a esprime la propria opinione. E se da un lato ne risulta una condivisione sostanziale di obiettivi e proposte, dall’altro gli enti mettono i puntini sulle i e forniscono delle indicazioni sulle azioni sul fronte “energie rinnovabili”.
A partire dalla richiesta di inserire esplicitamente nella SEN la previsione di misure di supporto per il Virtual Power Plant, ossia di un impianto di generazione virtuale costituito da più installazioni su piccola scala, distribuite sul territorio, collegate e gestite attraverso una rete intelligente. “Possibili soluzioni ai problemi di bilanciamento delle reti potrebbero essere rappresentati da tecnologie quali power to heat, power to gas o all’idrogeno – si legge nel testo di parere delle Regioni -. Conseguentemente, si propone di prevedere un sostegno specifico ai sistemi di accumulo anche per gli impianti già installati al fine di asservirli al miglioramento dell’efficienza della rete elettrica che al momento, per il fenomeno diffuso dell’inversione di flusso, provoca perdite di energia da fonte rinnovabile”.
Priorità viene chiesta, soprattutto in ambito solare, per la generazione distribuita in modello d’autoconsumo e, solo successivamente, alla impianti di taglia medio-grande.
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Nel dettaglio la Conferenza chiede:
– il riconoscimento e la promozione delle nuove figure dell’Autoconsumatore di energia da fonti rinnovabili e delle Comunità produttrici/consumatrici di energia rinnovabile introdotte nella proposta di direttiva sulle fonti rinnovabili;
– le strategie di supporto ai piccoli impianti e ai relativi sistemi di accumulo per l’autoconsumo (SDC ed energy communities), assicurando una corretta correlazione tra fabbisogno e dimensionamento;
– l’obiettivo di contenimento del consumo di suolo, privilegiando le localizzazioni relative alle aree dismesse, alle coperture dei grandi edifici;
– l’attuazione della semplificazione dei procedimenti autorizzativi relativi agli interventi di revamping e di repowering mediante una norma che assicuri la salvaguardia del paesaggio e della salute pubblica d’Intesa con le Regioni.
Relativamente all’eolico off-shore, “si chiede di individuare un adeguato contingente (almeno 800 MW) e di prevedere che nel gruppo di lavoro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri siano coinvolte le Regioni, con adeguata rappresentanza delle regioni costiere, alla definizione delle aree non idonee a livello nazionale e delle gare anche in vista della fase di consultazione degli Enti locali”.