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Un solo dispositivo per la raccolta dell’energia meccanica e magnetica

Da un team di ricercatori cinesi un nuovo sistema per catturare l'energia delle vibrazioni e dei campi magnetici e trasformarla in elettricità

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Nuovi progressi tecnologici per la raccolta di energia ambientale

(Rinnovabili.it) – Un nuovo dispositivo per la raccolta dell’energia ambientale si propone come futuro sostituto delle batterie nell’elettronica a bassa potenza. A realizzarlo un gruppo di scienziati della Tsinghua University di Pechino, che ha pubblicato su Applied Physics Letters i risultati del proprio lavoro. I ricercatori, guidati dal professore Fulei Chu, hanno creato un sistema ibrido capace di catturare l’energia dispersa nell’ambiente dalle vibrazioni e dai campi magnetici. Un “tutto in uno” in grado di trasformare onde meccaniche e magnetiche in elettricità con cui alimentare sensori wireless, pacemaker e altri piccoli dispositivi a batteria. Negli ultimi anni, la raccolta dell’energia ambientale è diventata un’opzione sempre più attraente per il mondo della ricerca elettronica. Mentre le batterie hanno una durata limitata e devono essere sostituite o ricaricate regolarmente, i sistemi che catturano gli “sprechi energetici” possono funzionare idealmente in maniera autonoma per periodi di tempo molto più lunghi.

 

Ma la maggior parte delle soluzioni è progettata per catturare un solo tipo di energia. O meccanica o magnetica. Nel nuovo studio, gli scienziati cinesi hanno dimostrato che le due fonti sono “interattive” fra loro e, se combinate, aumentano la potenza di uscita ottimale del dispositivo. “Abbiamo proposto l’idea di sfruttare due approcci diversi per la raccolta di energia e mostrare le loro interazioni”, ha spiegato Chu a Phys.org . “Come sappiamo, questi sistemi sono stati studiati per decenni e molti metodi sono stati coinvolti, ma ogni approccio ha i suoi difetti, è difficile superare i limiti della singola raccolta di energia”.

 

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Per riuscire nell’intento, il team ha realizzato un laminato composto da materiali magnetostrittivi e piezoelettrici: i primi si espandono e contraggono quando messi in un campo magnetico alternato, i secondi producono elettricità in risposta alla compressione. Nel complesso, gli scienziati ritengono che le prestazioni del dispositivo suggeriscano che l’approccio ibrido offra un’alternativa promettente per l’alimentazione dell’elettronica a bassa potenza. “Abbiamo in programma di condurre in futuro una ricerca più approfondita nel settore della raccolta di energia ambientale, ponendo al centro lo sfruttamento delle vento e delle onde marine”.