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Progetti di interesse comune: nella nuova lista UE cala il gas

Progetti di interesse comune
Foto di Ashraf Chemban da Pixabay

Elettricità e smart grid rappresentano oltre il 70% dei nuovi Progetti di interesse comune

(Rinnovabili.it) – Meno gasdotti, più reti elettriche intelligenti. Questo il motto con cui Bruxelles ha accompagnato l’approvazione della quarta lista di Progetti di interesse comune o Projects of Common Interest (PCI). L’elenco in questione riporta, di anno in anno, le infrastrutture energetiche ritenute essenziali dall’esecutivo europeo ai fini dell’Energy Union e per questo motivo facilitate sia a livello burocratico che finanziario. Ai sensi del regolamento sulle reti transeuropee di energia (TEN-E), adottato nel 2013, la Commissione ha, infatti, il compito di identificare di volta in volta i principali PIC all’interno dei confini comunitari affinché possano beneficiare di autorizzazioni semplificate o fondi europei.

In passato il gas naturale e i progetti ad esso connesso, potevano contare su un ampio appoggio all’interno di questo meccanismo di sostegno (vedi il caso del TAP). Oggi qualcosa è cambiato anche se non con quella risolutezza richiesta dagli ambientalisti. Come ricordato dalla stessa Commissione UE in una nota stampa, elettricità e le reti intelligenti rappresentano oltre il 70 per cento dell’attuale lista PCI, a sottolineare “il ruolo crescente dell’elettricità verde nel sistema energetico e la necessità di rafforzare le reti che consentono l’integrazione delle energie rinnovabili e un maggiore commercio transfrontaliero” (leggi anche Unione Energetica, si cerca la traiettoria delle rinnovabili 2030). 

Di contro il numero di progetti sul gas è diminuito da 53 (dato di due anni fa) a 32, ovvero il 21 per cento di tutti i progetti di interesse comune nell’elenco. “Ciò è in linea con il ruolo del gas nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE”

Tuttavia agli ambientalisti i conti non tornano e oggi sono pronti a puntare il dito sui i progetti più preoccupanti come i terminali a Krk in Croazia e a Shannon in Irlanda, dove si prevede che arrivi il gas statunitense prodotto dal fracking. “Il nuovo elenco PCI prende in giro le promesse dell’UE di creare un’Europa neutrale dal punto di vista climatico”, ha affermato Colin Roche di Friends of the Earth. “I PIC riflettono il modo in cui l’Unione intende espandere l’infrastruttura del gas nei prossimi anni. I nuovi investimenti nel gas fossile riflettono gli obiettivi ambientali ufficiali dell’UE”.

>>Leggi anche Energia: i primi no da Strasburgo ai Progetti di interesse comune<<

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