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Produzione di petrolio: secondo l’IEA non diminuirà

A marzo del 2020 scadrà l'accordo tra i paesi OPEC e i suoi alleati sulla riduzione della produzione di petrolio, che prevede un taglio pari a 1,2 milioni di barili al giorno. Nonostante l'attuale conformità all'accordo potrebbe far aumentare la quota a 1,6 milioni di barili, le incertezze del mercato e le posizioni della Russia rendono questa prospettiva improbabile.

Produzione di petrolio
Credits: Schmucki da Pixabay

Date le incertezza del mercato, secondo IEA è molto improbabile che l’OPEC modifichi l’accordo sulla produzione di petrolio.

 

(Rinnovabili.it) – Il responsabile per l’International Energy Agency (IEA) del settore Industria petrolifera e mercato, Neil Atkinson, ha dichiarato durante una conferenza organizzata a Londra da S&P Global Platts che è altamente improbabile che l’OPEC (l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) accetti di modificare l’attuale accordo sulla riduzione della produzione di petrolio, almeno fino a quando le prospettive di mercato non diventeranno più chiare.

 

L’OPEC (che comprende 12 paesi tra cui Arabia Saudita, Kuwait, Venezuela, Emirati Arabi Uniti e Iran) si incontrerà in questi giorni a Vienna con i suoi alleati, Russia in testa, con cui forma insieme un gruppo noto come OPEC+, per decidere le sorti del loro attuale accordo sulla produzione di petrolio, in scadenza a marzo 2020, che prevede un taglio della produzione pari a 1,2 milioni di barili al giorno. Questa diminuizione, decisa per ridurre l’eccesso di offerta sul mercato e sostenere i prezzi, è pari a circa l’1,2% della domanda globale.

 

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Secondo Atkinson, come riporta Reuters“è molto probabile che l’OPEC faccia ciò che ha fatto spesso in passato: rimandare una decisione che comporta la modifica del sistema attuale fino a quando il quadro non sarà più chiaro”. Durante l’evento, il responsabile IEA ha affermato che i suoi commenti sulle scelte dell’OPEC in merito alla produzione di petrolio non rappresentavano un’implicita raccomandazione politica, nonostante però abbia voluto sottolineare che le attuali incertezze del mercato (legate soprattutto alle prospettive dello scisto) hanno di fatto un peso rilevante.

 

Tuttavia, c’è da dire che, data l’attuale conformità all’accordo, l’OPEC e i suoi alleati potrebbero concordare una quota di riduzione di 1,6 milioni di barili senza che questo abbia pesanti effetti di mercato, anche perché i tagli alla produzione in ottobre sono stati pari a 1,59 milioni di barili. D’altro canto, però, molto dipende dai due grandi pesi massimi della produzione di petrolio: Arabia Saudita e Russia, con la prima che già sta producendo 400.000 barili in meno rispetto alla quota prevista di 1,2 milioni di barili e la seconda che ancora stenta a raggiungere l’obiettivo, cercando di mantenere una posizione di forza per eliminare i condensati dall’accordo.

 

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