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Uscita dal carbone, ecco perché i benefici superano i costi

Il mondo non può rimanere al di sotto del limite di 2° continuando a bruciare carbone. Ma l’abbandono graduale di questo carburante non deve essere per forza un sacrificio

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CC0 Public Domain

L’uscita dal carbone produrrebbe un effetto di risparmio netto globale

(Rinnovabili.it) – La combustione di lignite e antracite non rappresenta solo la più importante fonte antropica di CO2, ma contribuisce anche in modo determinante ai danni su salute e biodiversità. Tuttavia, l’uscita dal carbone, anche quando graduale, rimane una sfida aperta. Se si escludono i programmi di phaseout dell’Europa occidentale e la perdita di competitività negli USA, questo combustibile rimane per lo più centrale nelle politiche energetiche mondiali.

Uno dei timori maggiori è che l’abbandono del carbon fossile possa non esser economicamente sostenibile, soprattutto peri Paesi più affamati di energia. “Siamo entrati nel XXI secolo e facciamo ancora molto affidamento sulla combustione del carbone, rendendolo una delle maggiori minacce per il nostro clima, la salute e l’ambiente. Ecco perché abbiamo deciso di testare in modo esauriente uno scenario di uscita dal carbone mondiale”, spiega Sebastian Rauner, dell’Istituto di ricerca sull’impatto climatico (PIK) di Potsdam.

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Rauner e colleghi sono partiti da una semplice domanda, il phaseout (letteralmente “abbandono graduale”) ha senso dal punto di vista economico? “La risposta breve è: sì, di gran lunga”. 

Per ottenere tale verdetto, il team ha effettuato una serie di simulazioni al computer. Le valutazioni hanno esaminato non solo la generazione elettrica ma tutti i settori energetici, compresi i trasporti ed edilizia. “Sulla base degli attuali impegni climatici nazionali, l’umanità non è ancora sulla buona strada per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi. Tuttavia, se tutti i Paesi introducessero politiche di uscita dal carbone, ciò dimezzerebbe il divario rispetto all’obiettivo in tutto il mondo. Per le economie pesanti come la Cina e l’India, abbandonare questo combustibile colmerebbe addirittura l’80-90% del gap entro il 2030”.

In base alle simulazioni, i vantaggi derivanti da una riduzione degli impatti su salute ed ecosistemi compenserebbero in pieno i costi economici diretti. Nel dettaglio si otterrebbe un risparmio netto di circa 370 dollari per ogni essere umano sulla Terra al 2050.

La ricerca  “sottolinea i vantaggi di un’uscita globale dal carbone – per il bene del nostro pianeta e della nostra salute. Ma si tratta solo l’inizio. Deve essere affiancato da ulteriori ambiziose politiche climatiche per evitare il blocco di altri combustibili fossili, vale a dire petrolio o gas naturale“.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.