Sul gas resta il criterio massimo di 100 gCO2e/kWh, ma la nuova versione aggiunge dei distinguo: fissati valori anche per le emissioni dirette e quelle annuali. Rientra l’atomo come suggerito dal report tecnico del Jrc e spuntano 4 ambiti in cui valutare l’impatto delle centrali (ma ancora senza le soglie)
La nuova proposta di tassonomia verde circola come non-paper
(Rinnovabili.it) – Nuovi criteri, più rilassati, per spianare la strada anche al gas, come energia di transizione considerata sostenibile. E luce verde anche al nucleare, ma senza molti dettagli. In attesa che la cordata di paesi favorevoli all’atomo – 1/3 di tutta l’UE – si esprima. È la nuova bozza di tassonomia verde, l’ennesima, che sta circolando a Bruxelles. Stavolta sotto forma di non-paper, cioè un documento informale, non ufficiale, che serve per sondare il terreno. Un terreno davvero minato, quello dell’ok al documento che classifica quali fonti devono essere ritenute sostenibili e quali no.
Non si contano più le bozze e le controbozze, le versioni definitive scavalcate da documenti ancora più definitivi che vengono regolarmente ritirati da una Commissione incapace di mettere in riga i paesi più riottosi. Che non sono pochi. Gas e nucleare sono i due nodi che stanno facendo litigare mezza Europa da mesi.
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Adesso l’esecutivo comunitario fa nuove concessioni, sperando di riuscire a chiudere per dicembre un dossier centrale per la transizione. Dai contenuti della tassonomia verde, infatti, dipende la traiettoria energetica dell’UE nei prossimi decenni: si tratta di capire fino a che punto il gas è della partita e se ci sarà un canale preferenziale anche per il nucleare. Vale anche per l’Italia: da settimane il ministro della Transizione Ecologica Cingolani ripete che se ci sarà l’atomo sarebbe bene riaprire il dibattito sull’energia nucleare anche nel Belpaese.
Nel non-paper, riporta Euractiv, resta la soglia massima di 100 gCO2e/kWh per gli impianti a gas (cogenerazione inclusa), sotto la quale possono rientrare nella tassonomia verde. Ma compaiono dei distinguo. Il gas è “attività di transizione” se gli impianti hanno emissioni dirette minori di 340 gCO2e/kWh e emissioni annuali più basse di 700 kgCO2/kW. Per gli impianti di cogenerazione invece le emissioni sull’intero ciclo di vita devono essere minori di 250-270 gCO2e/kWh (la cifra esatta è ancora da negoziare) e devono garantire un risparmio di energia primaria del 10% rispetto ad attività di produzione separata di calore e elettricità. C’è poi una clausola tassativa: dopo il 31 dicembre 2030 non potrà più essere costruita nessuna nuova centrale a gas.
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Sul nucleare i dettagli latitano. La nuova bozza si limita ad accogliere l’ultimo parere tecnico del Jrc, il centro di ricerca in-house Commissione che aveva dato l’ok all’atomo lo scorso luglio, e presenta 4 diversi ambiti in cui andranno fissati i valori limite. Si tratta di operazioni del sito nucleare (esercizio, costruzione, decommissioning), stoccaggio di scorie e combustibile nucleare esausto, estrazione e processamento dell’uranio, e riprocessamento di combustibile esausto. (lm)