L’Austria introduce misure molto simili a quelle che l’UE sta considerando con l’estensione dell’ETS ai trasporti e il Fondo sociale da 72 mld. I proventi della tassa finanzieranno un bonus clima erogato in base alla disponibilità di accesso al trasporto pubblico
Il 20 gennaio il governo ha dato l’ok alla nuova tassa sulle fossili
(Rinnovabili.it) – Nell’Europa che ha paura di allargare l’ETS ai trasporti e ritrovarsi con proteste in stile Gilet Jaunes un po’ ovunque, l’Austria va in direzione decisamente contraria. Il 20 gennaio il governo formato dai conservatori dell’ÖVP e dai Verdi ha approvato una nuova tassa sulle fossili che fa parte di un pacchetto più ampio di misure per l’ambiente e di welfare.
E non è l’unica misura a rischio proteste. Infatti, la tassa sulle fossili entrerà in vigore insieme a una tassa nazionale sul carbonio che, secondo le stime dell’esecutivo, dovrebbe portare a un aumento medio del prezzo della benzina di 13-15 centesimi al litro. I Gilet Jaunes terremotarono la Francia per aumenti di 6,5 centesimi del diesel e di 2,9 centesimi per la benzina.
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A Vienna però sono piuttosto sicuri che la tassa sulle fossili sarà benaccetta. Soprattutto perché tutti i cittadini ne toccheranno presto con mano i benefici. I proventi dell’imposta saranno redistribuiti alla popolazione sotto forma di un “bonus clima”. Che deve, per l’appunto, compensare le famiglie per i costi maggiori per i trasporti. Non sarà una misura flat ma potrà oscillare dai 100 ai 200 euro l’anno a seconda del luogo in cui si vive. I più avvantaggiati saranno gli abitanti delle zone rurali, che hanno meno accesso al trasporto pubblico e devono quindi sostenere spese più alte usando le auto private.
L’esperimento austriaco sarà molto seguito dalle capitali europee e soprattutto da Bruxelles. La Commissione, infatti, ha proposto lo scorso luglio un’estensione dell’ETS a trasporti ed edifici ma fatica a convincere i Ventisette. La strategia messa in campo dall’esecutivo UE per attutire i contraccolpi economici e sociali è un Fondo sociale – finanziato dai proventi dell’ETS – da 72 miliardi di euro, erogati in co-finanziamento al 50% con lo Stato membro. Una misura che ricorda molto da vicino quella di Vienna.
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