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Sistema energetico italiano, i (brutti) numeri del 2022 rallentano la transizione

ENEA pubblica l'analisi del 1° trimestre 2022. Gracceva (ENEA): “Il balzo delle emissioni di anidride carbonica e i prezzi record dell’energia hanno fortemente penalizzato l’ISPRED”

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Spirale discendente per il sistema energetico italiano?

(Rinnovabili.it) – I primi tre mesi del 2022 non sono stati facili per il sistema energetico italiano. In uno scenario di continua crescita dei consumi (rispetto al calo indotto dalla pandemia), l’import di energia si è contratto, l’idroelettrico nazionale è crollato e i prezzi di gas e luce sono saliti alle stelle. Tendenze che hanno danneggiato il percorso nazionale di transizione energetica e dato una nuova spinta in alto alle emissioni di CO2.

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Lo rivela la nuova analisi trimestrale dell’ENEA evidenziando l’ennesima diminuzione dell’indice ISPRED. Di cosa si tratta? Dello strumento elaborato dall’Agenzia nazionale per monitorare i progressi compiuti dall’Italia su tre direzioni: prezzi dell’energia, sicurezza energetica e decarbonizzazione. Il suo valore può variare da minimo di zero (elevata criticità) a un massimo di 1 (elevato soddisfacimento del trilemma). Oggi l’indice segna un ridottissimo 0.2, il valore più basso della serie storica, in diminuzione del 29% rispetto al trimestre precedente.

I dati da tenere sott’occhio

Nel dettaglio il primo trimestre ha visto le emissioni di CO2 crescere dell’8% a causa soprattutto delle industrie energivore e dell’aumento della produzione termoelettrica a carbone (+0,4 Mtep). Sul fronte dei prezzi elettrici, il PUN del I trimestre 2022 ha superato i 250 euro al MWh  – oltre 4 volte i valori di un anno fa – facendo anche salire il differenziale tra il prezzo italiano e quello delle altre principali borse europee. Anche nel caso del gas naturale i prezzi al consumo hanno toccato picchi storici: 1,4 €/m3 per i consumatori; un valore quasi doppio rispetto a un anno fa. Nel frattempo la sicurezza energetica zoppicava, tra effetti della guerra russa e calo della produzione rinnovabile nazionale. La siccità, che ancora attanaglia il Belpaese, ha ridotto del 40% la produzione idroelettrica, senza che gli incrementi di eolico e solare (+11%) potessero compensare. 

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Difficile dunque immaginare un risultato differente per l’ISPRED vista la congiuntura attuale ma il dato preoccupa soprattutto in prospettiva.  “A questi livelli,  – come spiega Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’Analisi sul sistema energetico italiano – per rispettare i nuovi obiettivi europei Fit for 55 (riduzione al 2030 del 55% delle emissioni nette dell’UE rispetto al 1990) sarà necessario un taglio di oltre 100 milioni di tonnellate di CO2 nei prossimi otto anni”.