Il governo Johnson va avanti spedito sull’energia dall’atomo con 1 impianto l’anno da qui al 2030, quando dovrebbero diventare disponibili anche i mini-reattori. Target alti anche per eolico offshore e fotovoltaico
Pubblicata la strategia UK per la sicurezza energetica
(Rinnovabili.it) – Tanto nuovo nucleare, una conferma per l’eolico offshore, un addio mancato a petrolio e gas. La nuova strategia di sicurezza energetica di Londra punta soprattutto sull’atomo per scendere dall’altalena dei prezzi globali dell’energia e ripararsi dalla volatilità dei mercati. Con l’obiettivo di arrivare al 2030 con un 95% del mix elettrico low-carbon.
Opzione nucleare
Da qui al 2050, la Gran Bretagna installerà 24 nuovi GW di energia nucleare. “Questo rappresenterebbe fino a circa il 25% della nostra domanda di elettricità prevista”, scrive Downing Street. Il premier Boris Johnson quindi continua a tirare dritto sulla strada degli Small Modular Reactors (SMR), i mini reattori nucleari firmati Rolls Royce su cui sta investendo da due anni e che “costituiranno una parte fondamentale della pipeline di progetti nucleari” britannici nei prossimi decenni.
Secondo i piani di Londra, i nuovi impianti dovrebbero essere 8, uno l’anno da qui al 2030, con la tabella di marcia supervisionata da un nuovo ente governativo (Great British Nuclear). Il governo ha confermato l’interesse a mettere online la centrale nucleare da 3,2 GW di Hinkley Point C, al più tardi a giugno 2026 (anche se il sito ha subito innumerevoli ritardi in passato). E quello di voler procedere con il progetto di Sizewell C, in pratica la copia carbone del primo. Gli SMR dovrebbero arrivare solo più tardi, nei primi anni ’30. Nel frattempo, Londra continuerà a investire nella tecnologia necessaria, ancora in fase di sviluppo.
Eolico offshore pilastro della sicurezza energetica UK
Sul fronte delle rinnovabili, la strategia per la sicurezza energetica britannica punta soprattutto sull’eolico offshore. Entro fine decennio Londra vuole 50 nuovi GW di cui 5 GW flottanti. Per centrare l’obiettivo il governo vuole tagliare i tempi autorizzativi medi da 4 anni a 12 mesi. Sull’onshore il piano non dà numeri – anche per le furiose polemiche che ci sono state sull’argomento nelle ultime settimane – e si limita ad assicurare piena consultazione delle comunità locali. Sul fotovoltaico, l’obiettivo è quintuplicare i GW installati entro il 2035 dagli attuali 14 a 70, sfruttando specialmente i tetti di edifici sia commerciali che domestici.
A dispetto degli impegni assunti in sede di COP26, infine, Londra apre di nuovo allo sfruttamento degli idrocarburi nel Mare del Nord. Una nuova asta per petrolio e gas sarà lanciata in autunno.