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La Sardegna è un laboratorio per l’elettrificazione verde

Scarsa metanizzazione, alta elettrificazione dei consumi finali rispetto alla media italiana, elevato potenziale per le rinnovabili, bassa densità di popolazione che supporta la penetrazione di modelli di generazione distribuita. Sono le caratteristiche che rendono la Sardegna il territorio ideale per dire addio alle fonti fossili. Un obiettivo ambizioso a cui anche Enel vuole contribuire

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Foto di Lars Nissen da Pixabay

(Rinnovabili.it) – A Carloforte un progetto per realizzare la prima isola in Italia autosufficiente dal punto di vista energetico. A Berchidda, sistemi energetici locali innovativi coordinati all’interno di una comunità di energia rinnovabile (CER). A Borutta, una delle prime dodici CER italiane completamente autosufficienti, nessuna bolletta dell’elettricità per i residenti grazie all’utilizzo di fonti rinnovabili, che rendono tutti i cittadini energeticamente autosufficienti; a Serrenti gli edifici pubblici auto-consumano energia elettrica generata principalmente da impianti fotovoltaici (FV) realizzati e gestiti dall’amministrazione comunale.

Cosa hanno in comune tutti questi progetti? Propongono soluzioni verdi all’avanguardia per la transizione energetica e si trovano in Sardegna, in quello che sta diventando un vero e proprio laboratorio dell’elettrificazione per il Belpaese e non solo.

Perché la Sardegna è un perfetto laboratorio per l’elettrificazione?

Prima di tutto, per la geografia. Nei decenni passati la Sardegna ha visto uno sviluppo limitato delle infrastrutture energetiche. Tanto che è rimasta sostanzialmente estranea al processo di metanizzazione che ha toccato invece il resto del Paese. 

Il secondo punto di forza è l’abbondanza di risorse naturali che permettono di puntare sulle fonti rinnovabili per la generazione di energia. Insieme alla Sicilia, la Sardegna è tra le regioni italiane con i valori di radiazione solare più elevati. Gli indici di ventosità sono altrettanto elevati, con valori della velocità del vento che arrivano anche a 10 m/s e vengono eguagliati solo in parte nel canale di Sicilia. 

Seguono poi i dati relativi alla demografia e ai consumi elettrici. Con circa 1,38 MWh l’anno, la Sardegna ha il consumo pro capite di energia elettrica nel settore domestico più alto d’Italia: una penetrazione elevata (28%, contro la media nazionale del 21%) che già oggi segna la rotta efficiente per promuovere ulteriormente il vettore elettrico nei consumi finali, favorendo un sistema energetico libero da fonti fossili e da emissioni di gas ad effetto serra.

La transizione possibile

La transizione quindi è possibile e aualche dato utile arriva da uno studio di RSE di luglio 2020 che considera l’evoluzione del fabbisogno energetico fino al 2040. Per questa data, stima il documento, è tecnicamente possibile portare a zero non solo l’utilizzo del carbone, ma anche quello del gas fossile. E sfruttare esclusivamente energia proveniente da fonti rinnovabili. Quindi prevalentemente solare fotovoltaico ed eolico (ma anche l’idroelettrico già presente che ammonta a 466 MW, di cui circa metà (240 MW) grazie all’impianto di pompaggio di Taloro che assicura uno strumento di flessibilità e stabilità del sistema elettrico).

“L’elettrificazione – conclude RSE – resta comunque la strada più coerente con le politiche di decarbonizzazione sull’orizzonte di lungo termine dal 2050, insieme allo sviluppo dell’idrogeno “verde” per l’alimentazione degli usi non elettrificabili e per la gestione dell’overgeneration da fonti rinnovabili”

Per rendere interamente plausibile questo scenario occorre ovviamente puntare sulle fonti rinnovabili e sui sistemi di storage, implementando quanto prima tutte le misure normative necessarie per ridurre i tempi degli attuali procedimenti autorizzativi e per incrementarne il tasso di successo degli stessi, così da abilitare la crescita di impianti rinnovabili nella Regione. Con 1 GW di batterie per immagazzinare elettricità e altri 4/5 GW di nuova capacità rinnovabile installata, sarebbe possibile dire “addio” al carbone nel 2025 – come da programma – senza sostituirlo con altre fonti fossili (ovvero il gas). 

La visione di Enel Green Power per una Sardegna verde

Su tutti questi fronti – eolico, fotovoltaico e storage – si sta infatti muovendo un player energetico come Enel Green Power. Con passi concreti. Nell’Asta del Capacity Market 2024 indetta da Terna a febbraio di quest’anno, ad esempio, il Gruppo Enel in Sardegna si è aggiudicato circa 500 MW di capacità contrattuale, cui farà fronte attraverso l’installazione di circa 750 MW di nuovi accumuli entro il 2024 funzionali alla copertura del fabbisogno di adeguatezza dell’isola. 

Sullo sfondo, un piano complessivo che immagina nel dettaglio la traiettoria della transizione energetica sarda. La progressiva elettrificazione vuole innanzitutto eliminare gradualmente la produzione di energia da fonti fossili, rimpiazzandola con l’aumento della quota da fotovoltaico ed eolico che oggi si attestano, rispettivamente, al 7 e al 15%. 

Come spiega Eleonora Petrarca, responsabile Business Development Italia di Enel Green Power: “Efficientamento degli attuali procedimenti amministrativi, incremento del tasso di successo dei progetti che intraprendono un iter autorizzativo e individuazione chiara e oggettiva delle aree “non idonee” ad installare impianti da fonti rinnovabili, nel pieno rispetto e salvaguardia dell’ambiente e del territorio isolano. Questi sono alcuni dei fattori abilitanti la transizione energetica, necessaria per concretizzare e accelerare il percorso di affrancamento dai combustibili fossili della Sardegna e del nostro Paese, attraverso l’installazione di nuova capacità da fonte rinnovabile e la promozione di iniziative di rinnovamento degli impianti esistenti. Così facendo, le iniziative progettuali possono trasformarsi rapidamente in cantieri e quindi in nuovi impianti, in grado di generare benefici occupazionali, economici e ambientali per tutto il territorio che li ospita. Proiettando la Sardegna, in un futuro non lontano, non solo a superare i target europei sulla riduzione di emissioni di gas serra, bensì ad anticiparli, ponendosi in tal modo a livello mondiale come esempio virtuoso di un epocale cambiamento energetico”.

Un piano, “Elettrificazione verde della Sardegna”, che nel complesso dovrebbe favorire la creazione di 10-15mila nuovi posti di lavoro al 2030 e mobilitare investimenti per circa 15 miliardi di euro. Senza contare i risparmi per famiglie e imprese. L’elettrificazione totale dimezzerebbe la spesa energetica delle prime (con l’80% di emissioni di CO2 prodotte in meno) e porterebbe a un risparmio sulla bolletta del 20% per le seconde. Un percorso di transizione che può andare a sistema con le iniziative previste nella cornice del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). E tracciare i contorni di un modello che potrebbe essere replicato altrove. 

Oltre a una particolare attenzione nella selezione dei siti che potranno ospitare i nuovi impianti rinnovabili e l’impiego delle tecnologie più all’avanguardia ed efficienti disponibili, Enel Green Power centra il suo approccio sul pieno coinvolgimento del territorio e delle comunità locali. Ad esempio attraverso piani di ascolto del territorio, coinvolgendo le expertise locali nello sviluppo dei progetti e promuovendo iniziative per la creazione di valore condiviso, come l’agrivoltaico o aprendo alle realtà locali la possibilità di partecipare finanziariamente alla realizzazione degli impianti rinnovabili stessi, attraverso il crowdfunding promosso attraverso il progetto Scelta rinnovabile. O, ancora, puntando sullo sviluppo di capacità rinnovabile e di storage su aree industriali o produttive dismesse in ottica di valorizzazione dei siti produttivi esistenti e di economia circolare. 

Le Comunità Energetiche Rinnovabili per una Sardegna verde

Introdotte nel nostro Paese già nel 2019 le “Comunità Energetiche Rinnovabili” sono associazioni tra cittadini, attività commerciali, autorità locali e imprese che si uniscono per dotarsi di impianti per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Il Ministero della Transizione Ecologica ha indicato delle aspettative di crescita molto ambiziose per lo sviluppo di impianti rinnovabili in modalità Comunità Energetiche per una capacità pari ad oltre 7GW entro il 2030. Per far sì che queste aspettative si concretizzino, è stato emesso alla fine dello scorso anno il decreto legislativo di recepimento della Direttiva Europea RED II che, ponendo fine alla fase pilota avviata nel 2019, ha esteso l’ambito di applicazione delle Comunità Energetiche ad impianti fino a 1 MW.

Enel Green Power guarda con grande interesse allo sviluppo della generazione distribuita e ritiene che le Comunità Energetiche Rinnovabili giocheranno un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli sfidanti obiettivi di sviluppo sostenibile posti dall’Unione Europea.

In Sardegna in particolare, EGP ha già avviato diversi accordi con sviluppatori locali per la realizzazione di impianti fotovoltaici da dedicare a nuove Comunità Energetiche Rinnovabili e sta avviando una campagna di comunicazione volta alla ricerca di siti che possiedano le caratteristiche idonee per la realizzazione di impianti rinnovabili asserviti alle Comunità Energetiche Rinnovabili 

 “Le CER – commenta Sebastiano Ambrogio, responsabile della Business Unit Comunità energetiche rinnovabili di Enel Green Power – introducono importanti benefici economici, ambientali per i privati cittadini, le pubbliche amministrazioni e le imprese coinvolte e per tutto il sistema contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra nel nostro paese. Rappresentano inoltre un esempio virtuoso di sviluppo sostenibile a favore delle piccole comunità e contribuiscono al rilancio della crescita del tessuto industriale delle piccole e medie imprese.”

Tutti questi progetti green insieme rappresentano il principale contributo per la transizione energetica e verso la diffusione dell’elettrificazione dei consumi in Sardegna.

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In collaborazione con Enel