Rinnovabili • Ripresa verde: allarme dell’IEA, solo il 2% della spesa è green

Allarme IEA, la ripresa verde globale è un miraggio

Di questo passo, segneremo un nuovo record di emissioni globali già nel 2023. Siamo su una traiettoria molto distante da quella necessaria per aspirare alla neutralità climatica. Colpa dei mancati investimenti nella transizione verso le energie pulite, spiega l’IEA: la voce vale solo il 2% dei piani di ripresa

Ripresa verde: allarme dell’IEA, solo il 2% della spesa è green
Foto di Alexander Droeger da Pixabay

La ripresa verde globale ci porterà a emettere 33,9 Gt di CO2 nel 2025

(Rinnovabili.it) – Senza ripresa verde avremo un record globale di emissioni già nel 2023. Una possibilità molto concreta secondo l’IEA, l’Agenzia internazionale dell’energia. Con i piani di ripresa post pandemia attuali, la traiettoria delle emissioni continuerebbe comunque a salire.

Secondo l’agenzia guidata da Fatih Birol, l’implementazione rapida dei piani attuali porterebbe nel 2025 all’emissione di 33,9 Gt di CO2, in aumento rispetto alle 31,4 Gt di oggi. Sicuramente un miglioramento rispetto ai valori che avremmo toccato con le traiettorie pre-Covid, che puntavano verso le 34,7 Gt. Ma la curva che stiamo seguendo è separata da un vero e proprio abisso da quella su cui ci dovremmo trovare per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero al 2050: a metà decennio dovremmo produrre non più di 27,9 Gt di CO2.

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“Non solo gli investimenti in energia pulita sono ancora lontani da ciò che è necessario per mettere il mondo sulla strada giusta per raggiungere le emissioni nette zero entro la metà del secolo, ma non sono nemmeno sufficienti per impedire che le emissioni globali raggiungano un nuovo record”, spiega Birol.

Confrontando i livelli di spese attuali con quelli previsti dalla road map dell’IEA verso l’obiettivo net zero al 2050, emerge che gli investimenti pubblici e privati in energie rinnovabili ammontano ad appena il 35% del necessario. Questa però è solo una media globale. La realtà è più sfumata: mentre le economie avanzate raggiungono un livello quasi del 60%, le economie in via di sviluppo si attestano su valori molto più bassi, vicini al 20%.

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“I governi devono aumentare rapidamente la spesa e l’azione politica per soddisfare gli impegni assunti a Parigi nel 2015 – compresa la fornitura vitale di finanziamenti da parte delle economie avanzate al mondo sviluppato”, aggiunge Birol. “Ma devono poi andare ancora oltre, portando gli investimenti e la distribuzione di energia pulita a livelli molto maggiori al di là del solo periodo della ripresa verde”. Secondo il numero 1 dell’IEA, solo agendo adesso è possibile tenere la neutralità di carbonio al 2050 a portata di mano.