Per Cingolani, l’Italia riuscirà ad avere un’esenzione dal target del 15%, anche perché supererà i livelli di storage richiesti dal Repower Eu (80% al 1° novembre). Un’interruzione totale delle forniture dalla Russia, ormai inciderebbe solo “marginalmente” sulla tabella di marcia, assicura il titolare del MiTE. E non ci sarà bisogno di misure di contenimento aggiuntive: bastano quelle previste dal piano di diversificazione, che dovrebbero far risparmiare 5 mld m3 di gas cioè oltre il 9% dei consumi nazionali
Accordo finale sul Piano Ue per la riduzione consumi gas
(Rinnovabili.it) – L’Italia può contare su una, forse due categorie di esenzioni nel nuovo Piano Ue sul gas. Così la riduzione consumi gas scende al 7%, invece del 15% proposto all’inizio dalla Commissione. Una cifra che il Belpaese dovrebbe riuscire a raggiungere senza ulteriori giri di vite. Lo ha detto ieri il ministro della Transizione Energetica Roberto Cingolani, al termine della riunione dei ministri europei che ha dato l’ok finale al piano di emergenza sul gas dell’Ue.
Che cosa prevede il nuovo Piano Ue sul gas
Per mettere in sicurezza l’economia europea da un inverno senza gas, nel caso le forniture dalla Russia si interrompessero o fossero troppo basse, Bruxelles ha predisposto un piano di emergenza. Prevede una riduzione consumi gas volontaria del 15% per i Ventisette tra agosto e fine marzo 2023, che dovrebbe risparmiare 45 mld m3. Se non bastasse, su richiesta di almeno 5 paesi o con un rischio concreto di finire le scorte il Consiglio può decretare l’emergenza e rendere i tagli obbligatori.
La nuova versione del piano, negoziata ieri dai ministri europei dell’Energia, prevede una serie di esenzioni che adattano il taglio dei consumi di gas alla realtà dei singoli paesi. Invece del 15%, in base all’esenzione, potranno ridurre i consumi di una quota inferiore:
- Cipro, Malta e Irlanda sono esonerati dalla riduzione obbligatoria perché non hanno interconnessioni gasiere col resto dell’Ue e quindi non possono partecipare al meccanismo di solidarietà, secondo cui tutti risparmiano per inviare gas ai paesi più in difficoltà.
- I baltici – Estonia, Lettonia e Lituania – sono esonerati perché la loro rete elettrica non è sincronizzata con quella Ue e dipendono molto dal gas per la generazione elettrica.
- Chi ha interconnessioni gasiere limitate con gli altri paesi Ue e può dimostrare che ha già portato al massimo la sua capacità di export (via gasdotto o terminal Gnl) può chiedere un’esenzione. Questa condizione si potrebbe applicare a Portogallo e Spagna, ma anche a Francia e Croazia.
- Non deve limitare i consumi di gas del 15% nemmeno chi supera gli obiettivi di stoccaggio predisposti dal piano Repower Eu (80% entro il 1° novembre). La quota stoccata in eccesso viene dedotta dal volume di gas da tagliare. Al momento alcuni paesi hanno già superato il target, ma altri se ne potrebbero aggiungere. Incluse Italia e Germania, i due Stati con la maggior capacità di storage del continente.
- L’esenzione meno chiara, in attesa del testo definitivo con i dettagli tecnici, è predisposta per i paesi che sono molto dipendenti dal gas come materia prima per industrie critiche. Come notano gli analisti di Bruegel, potrebbe essere una misura pensata per la Germania.
- I paesi il cui consumo di gas è cresciuto di almeno l’8% nell’ultimo anno hanno diritto a un’esenzione. Si tratterebbe di Bulgaria, Grecia, Polonia e Slovacchia. In alcuni casi, infatti, la baseline su cui calcolare i tagli non è la media dei consumi degli ultimi 5 anni, ma solo quella dell’ultimo anno (agosto 2021-marzo 2022).
- Inoltre, in caso di emergenza nel settore della generazione elettrica, il gas utilizzato per le centrali viene escluso dal totale su cui applicare la riduzione. Una clausola che dovrebbe applicarsi soprattutto ai paesi più dipendenti dal gas. Nel 2021, il gas pesava per il 49,9% del mix elettrico italiano.
Riduzione consumi gas, la situazione dell’Italia
Anche l’Italia dovrebbe poter accedere ad alcune delle condizioni che garantiscono l’esenzione dall’obiettivo obbligatorio del 15%. “Con i numeri e le regole stabilite, noi dovremmo risparmiare circa il 7% rispetto alla media di gas annuale degli ultimi cinque anni”, calcola Cingolani. Come? Per il titolare del MiTE, Roma rientrerebbe in due tipologie di esenzioni.
“Noi usufruiamo della considerazione che esportiamo meno del 50%, e questa condizione equivale a un abbassamento del valore del 15%”, ha spiegato Cingolani. Non è immediatamente chiaro a quale misura faccia riferimento il ministro, visto che non compare tra le possibili esenzioni comunicate dall’Ue in attesa di rendere pubblico il testo finale del Piano. Inoltre “non si considera, ai fini del calcolo della percentuale di riduzione, il gas che durante gli stoccaggi fosse in eccesso rispetto al piano di stoccaggio, al momento specifico in cui si è andati a fare la misura”.
Sul fronte dello storage l’Italia sta andando bene e le riduzioni al gas dalla Russia via Nord Stream in vigore da oggi non incideranno che in modo “marginale” sulla tabella di marcia italiana. “Noi in questo momento stiamo stoccando un po’ di più del dovuto, e questa differenza positiva non viene considerata sulla quantità di gas totale. Oggi abbiamo gli stoccaggi pieni al 70,5%, stiamo procedendo molto regolarmente e molto bene”, assicura Cingolani. La media di storage europeo, con dati del 25 luglio, è del 67,11%.
“Nel nostro caso, nelle ultime settimane noi importavamo meno di 30 milioni di metri cubi di gas russo al giorno, e se ci hanno tagliato il 30%, di fatto erano 10 milioni di meno. Noi ogni giorno solo di stoccaggio facciamo 90-100 milioni, quindi per noi, come Italia, le riduzioni riguardano una parte di gas che ormai è marginale, e che, grazie alla campagna di diversificazione, è sempre meno pesante”.
Così come è positiva, secondo il ministro, la prospettiva per l’inverno. Nel piano di diversificazione dell’approvvigionamento di gas per abbandonare quello russo, spiega Cingolani, sono già previste delle riduzioni della domanda che sono compatibili con il target previsto dal Piano Ue d’emergenza sul gas. I tagli previsti, in effetti, dovrebbero valere circa 5 mld m3 di gas, pari a circa il 9,3% dei consumi. (lm)