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Revisione Conto Termico, le proposte del GSE toccano anche le CER

Arrigoni: "Vogliamo introdurre una semplificazione nel meccanismo di accesso". In fase di valutazione anche estensione della platea di beneficiari e interventi ammissibili, con revisione dei contingenti di spesa

Revisione Conto Termico
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Avviate con il MASE le attività per un aggiornamento del quadro normativo 

(Rinnovabili.it) – “Da diverso tempo a questa parte sono partite delle interlocuzioni tra GSE e MASE per ipotizzare una revisione della disciplina del Conto Termico che, per esempio, ampli la platea dei beneficiari“. Lo ha spiegato ieri Paolo Arrigoni, Presidente del GSE, durante l’audizione sugli incentivi per l’edilizia in commissione Ambiente alla Camera. L’intervento di Arrigoni ha ricordato velocemente tutte le attività gestite dalla società in ambito efficientamento energetico. Dalla valutazione e certificazione dei risparmi per l’assegnazione dei Certificati Bianchi, a quelle legate alla cogenerazione ad alto rendimento, passando per la partecipazione al programma PREPARC.

E, ovviamente, la gestione del Conto Termico, il meccanismo che incentiva a fondo perduto gli interventi per la produzione di energia termica da fonte rinnovabile (privati e PA) e quelli di efficientamento energetico su piccola scala in edilizia (solo PA). Un contributo in conto capitale che può raggiungere il 65% delle spese ammissibili e che nei dieci anni di attività ha riconosciuto incentivi per 1,6 miliardi di euro.

Revisione del Conto Termico, si apre a CER e progetti multi-intervento

Introdotto nel 2012 (ma partito ufficialmente nel 2013), il meccanismo ha già subito un aggiornamento nel 2016. Ma tra l’evoluzione del quadro normativo, le criticità emerse negli anni e l’esperienza accumulata dal Gestore è apparso sempre più necessario apportare ulteriori modifiche anche al fine di accelerarne l’applicazione. A partire dall’ampliamento della platea di beneficiari. “Per esempio ci sono gli enti del terzo settore che sono esclusi da qualsiasi forma di incentivazione, che sarebbe invece opportuno introdurre“, ha spiegato Arrigoni. Stesso discorso per il settore civile non residenziale.

La revisione del Conto Termico porterebbe anche ad una rimodulazione dei contingenti di spesa annua massima ammissibile e ad una sforbiciata qua e là degli iter. “Vogliamo introdurre una semplificazione del meccanismo di accesso per le PA”, così come per gli interventi di piccoli dimensioni. Il GSE sta valutando anche l’estensione del meccanismo alle comunità energetiche rinnovabili (CER)e ai soci membri per premiare interventi integrati di efficientamento energetico ed elettrificazione dei consumi. “E vogliamo promuovere e sostenere il riconoscimento dell’incentivazione a progetti multi-intervento che comprendano l’installazione di impianti fotovoltaici, accumuli, punti di ricarica per veicoli elettrici, allaccio alle reti di teleriscaldamento” e microcogeneratori. 

I dati del Conto Termico

Un ampio spettro di modifiche che potrebbe dare una nuova vita al Conto termico, dopo la leggera flessione registrata nel 2022 causa incentivi “concorrenti”. Il presidente del GSE ha anche ricordato come in questo periodo di 10 anni risultino contrattualizzate circa 534mila richieste di installazione di impianti termici a fer, in particolare biomassa (322mila) solare termico (più 144mila) e pompe di calore (più di 65mila) alle quali il meccanismo ha riconosciuto incentivi per oltre 1,2 miliardi di euro.  Se a questi si sommano anche gli interventi di efficientamento della Pubblica Amministrazione si sale a quota 1,6 miliardi di euro di incentivi.