Mentre i mercati sono di nuovo in altalena e con un occhio all’Opec+, la major rivede le stime e in nessuno scenario vede tornare ai livelli di oggi la domanda di petrolio.
Stiamo già vivendo il periodo di picco del petrolio?
(Rinnovabili.it) – Quanto peserà lo sviluppo della pandemia sul mercato del petrolio? Molti analisti continuano a ostentare ottimismo. Il taglio della produzione deciso in sede Opec+ reggerà. Nonostante l’evidente nervosismo dei mercati, che oggi hanno ceduto terreno dopo l’annuncio di una possibile riapertura dell’export dalla Libia, a regime circa 1 milione di barili al giorno. Ma una nuova ondata di coronavirus potrebbe avere effetti profondissimi sulla domanda globale. E non solo nel breve termine. Lo si evince leggendo in controluce il nuovo report della BP che presenta l’outlook 2020: tutti i vari scenari formulati dalla major assumono che stiamo vivendo oggi il periodo di picco nella domanda globale di petrolio.
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Alla ripresa delle contrattazioni, lunedì mattina, il barile indicizzato al Brent cedeva 78 centesimi toccando quota 42,37 dollari. Calo ancora maggiore per il greggio americano, legato all’indice West Texas Intermediate (WTI), in flessione di ben 84 centesimi per fermarsi appena sopra quota 40 dollari. Cifre legate agli sviluppi in Libia, visto che un accordo tra le parti in guerra nel paese africano potrebbe far ripartire a breve produzione e export. La Libia finora è stata esclusa dai tagli decisi in sede Opec+, ma se inondasse di nuovo di greggio i mercati potrebbe far crollare i prezzi.
Per molti analisti non sarà così. Sempre lunedì, Goldman Sachs ha deciso di non modificare di una virgola le sue previsioni, che danno per la fine dell’anno un prezzo Brent in salita fino a 49 dollari, che dovrebbero poi diventare 65 durante il terzo trimestre del 2021. Appena più cauta Barclays, che ha lasciato l’outlook 2020 a 43 dollari il barile (Brent) e prevede un prezzo di 53 dollari per l’anno prossimo.
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Tutte speculazioni che fanno affidamento sulla capacità di Russia e Arabia Saudita di ridurre al minimo i litigi e esprimere finalmente una governance matura del mercato del petrolio. Ma potrebbe essere un’analisi impostata male, che non tiene conto dei fattori davvero importanti. Come l’impatto del covid-19 sulla domanda globale. A sostenerlo, pur senza sbandierare la novità, è la British Petroleum. Come ha fatto notare Carbon Brief, se si legge con attenzione l’outlook 2020 pubblicato settimana scorsa dalla major, insieme ai dati già rilasciati da BP a giugno, ci si rende conto che tutti gli scenari futuri (incluso il più conservatore, il business-as-usual) hanno in comune un tratto: danno per assodato che la domanda globale di petrolio scenderà. Tradotto: il picco del petrolio sarebbe già qui.