Lo scenario di Rystad vede il 2020 e il Covid-19 come uno spartiacque. La domanda di petrolio salirà di nuovo nel 2023, ma nulla sarà più come prima
Solo India, Africa e sud-est asiatico avranno un picco del petrolio tra più di 20 anni
(Rinnovabili.it) – Con i suoi effetti sul mercato del petrolio e sulla domanda globale, la pandemia di coronavirus ha spinto a riconsiderare tutte le stime sul picco del petrolio. Con pareri anche molto contrastanti, dove chi vede un rapido ritorno al business as usual si scontra con le previsioni più caute di chi ritiene che gli shock del 2020 avranno un impatto più duraturo.
Uno studio dell’azienda di consulenza energetica norvegese Rystad si schiera in questo secondo gruppo. Numeri e scenari alla mano, gli autori sostengono che il picco del petrolio arriverà già nel 2028. Ben in anticipo rispetto alle stime precedenti, che di solito lo collocavano diversi anni più in là.
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Rystad ha esaminato 3 diversi scenari di evoluzione della domanda di petrolio a lungo termine. E il picco della domanda a 102 milioni di barili al giorno nel 2028 è ritenuto il risultato più probabile. In questo scenario, l’azienda norvegese suppone che la quota di petrolio in vari settori si sviluppi in linea con gli obiettivi climatici dichiarati dai governi, in particolare nell’elettrificazione dei trasporti. Nello scenario di Rystad, la domanda di petrolio continuerà a crescere soltanto in India, Africa e sud-est asiatico, con un picco attorno alla metà degli anni ‘40.
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Cambieranno anche le nostre abitudini. In modo abbastanza significativo da lasciare un impatto sulla data del picco del petrolio. “La lenta ripresa influenzerà in modo permanente i livelli della domanda globale di petrolio, riducendo di almeno 2,5 milioni di barili al giorno le nostre previsioni fatte prima del coronavirus – afferma Artyom Tchen, analista senior dei mercati petroliferi di Rystad – I lockdown ostacoleranno la ripresa economica a breve e lungo termine, e la pandemia lascerà anche un’eredità fatta di cambiamenti comportamentali, che influenzeranno anche l’uso del petrolio“.