I piani del governo guidato da Scott Morrison prevedono di mettere offline 6GW di capacità installata di carbone al 2030. Ma per rispettare il taglio delle emissioni annunciato dal premier, le centrali a carbone da spegnere sono 11GW
Lo studio dell’IEEFA analizza gli scenari concreti del phase out del carbone
(Rinnovabili.it) – Alla COP26 di Glasgow, l’Australia si è fatta notare come la cenerentola delle economie avanzate. Pochi impegni chiari, ambizione rasoterra, ben poca disponibilità a cercare compromessi. Il premier Scott Morrison ha respinto tutte le pressioni a impegnarsi sul serio sul phase out del carbone e il 25 ottobre scorso ha proposto una roadmap a dir poco fumosa. Eppure, anche con queste premesse, il paese dovrà chiudere prima del previsto alcune delle sue centrali a carbone per rispettare questi blandi obiettivi sul clima.
Lo spiega l’Institute of Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), che ha passato al vaglio il piano Morrison per tradurre in misure concrete gli obiettivi indicati nel programma. Se l’Australia non vuole sforare, scrive l’IEEFA, dovrà chiudere il 44% della sua capacità installata di carbone entro il 2030: con un buon anticipo sulla tabella di marcia.
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Anche se formalmente il governo si è impegnato solo a tagliare le emissioni del 26% entro il 2030 sui livelli del 2005 (cioè non ha cambiato il target precedente), il premier ha assicurato che il paese riuscirà a ridurle del 30-35%. E la cifra del 35% è quella indicata dal documento governativo con le proiezioni.
Di fatto, spiega l’IEEFA, l’Australia deve chiudere il doppio delle centrali e quindi mettere il turbo al phase out del carbone. Entro il 2030, per ora, dovrebbero chiudere impianti per 6GW, portando a dine decennio la capacità installata di carbone da 25 a 19GW. Ma per centrare il target del -35% è necessario mettere offline non 6 ma ben 11GW di carbone al 2030. Parallelamente, la quota di rinnovabili nel mix elettrico dovrebbe salire in media al 61% entro il 2030, con variazioni anche importanti tra i diversi Stati (dall’84% del Nuovo Galles del Sud al 43% del Queensland).
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Nei due scenari possibili previsti nello studio, restano comunque alcune contrali a carbone con chiusura prevista per la fine degli anni ’40 o addirittura i primissimi anni ’50: Callide C, Millmerran, Loy Yang A e B.