La notte di san Silvestro Berlino spegne 4,25GW, i 3 reattori nucleari più datati. Restano operative ancora 3 centrali: Emsland in Bassa Sassonia, Isar 2 in Baviera e Neckarwestheim 2 nel Baden-Württemberg. Chiuderanno tutte entro fine 2022
Il phase out fu deciso dopo l’incidente di Fukushima del 2011
(Rinnovabili.it) – Il 31 dicembre, la Germania spegnerà 3 delle 6 centrali nucleari del paese. L’addio riguarda gli impianti più datati: Brokdorf nello Schleswig-Holstein, avviata nel 1986, Grohnde in Bassa Sassonia, attiva da 37 anni, e l’unità C di Gundremmingen in Baviera, anche questa in funzione dal 1984. Restano invece attive le centrali atomiche di Emsland in Bassa Sassonia, Isar 2 in Baviera e Neckarwestheim 2 nel Baden-Württemberg. Ancora per poco: il phase out definitivo del nucleare è previsto al più tardi per il 31 dicembre del 2022, tra un anno.
L’addio al nucleare deciso dopo Fukushima
Il 30 maggio 2011, a poco più di 2 mesi dall’incidente alla centrale nucleare giapponese Dai-chi di Fukushima, il governo guidato dalla cancelliera Angela Merkel aveva annunciato l’uscita dal nucleare. La data da allora non è cambiata: fine 2022. È la parola finale, con un chiaro impegno per il phase out. Solo l’anno prima, a settembre, la coalizione di governo aveva esteso la durata di vita dei 17 impianti del paese in media di 12 anni, con l’ultimo che sarebbe stato spento nel 2036.
Un’inversione a U, visto che Merkel fino a quel momento aveva sempre difeso l’atomo. A partire dalla COP1 di Bonn, nel 1995, dove faceva gli onori di casa in qualità di ministra dell’Ambiente. In quella sede, la futura cancelliera affermò che l’energia atomica sarebbe stata fondamentale per combattere il riscaldamento globale. Non cambiò idea per 16 anni.
Anche se, appena approdata al governo, dovette accettare suo malgrado l’impegno preso nel 2002 da socialisti e verdi: addio all’atomo entro il 2020. Nel 2010 aveva però ripreso in mano il dossier con l’intenzione di cambiare rotta e mantenere l’atomo nel mix energetico nazionale. L’ok all’abbandono del nucleare, quindi, risultò una sorpresa per tutti, a partire dagli stessi tedeschi. Nel suo bilancio sull’’età di Merkel’, Paolo Valentino ricorda il commento di Der Spiegel: “È come se il papa all’improvviso avesse deciso di sostenere l’uso della pillola anticoncezionale”.
Cosa rimpiazza l’energia atomica?
Ad oggi, il nucleare pesa per circa il 10% del mix elettrico tedesco. Il 31 dicembre andranno offline 4,25GW e l’anno prossimo altri 4,3GW, su un totale di capacità installata per la generazione elettrica di 218GW. Il neo ministro per il Clima e l’Economia, il verde Robert Habeck, ha assicurato ieri che la sicurezza energetica della Germania resta garantita. Come? Nel breve periodo, giocoforza, il nucleare sarà rimpiazzato dalle fossili, tra gas e carbone. L’intenzione di Berlino è però di sfruttare l’accelerazione sulle rinnovabili pianificata per i prossimi anni per sostituire presto l’uranio con sole e vento.
La nuova coalizione ‘semaforo’ pianifica di aggiungere almeno 100TWh l’anno di rinnovabili da qui al 2030, portandole all’80% del mix energetico. La più grande associazione delle utility energetiche tedesca, la BDEW, stima che il target sia ambizioso ma realistico. Per raggiungerlo, Habeck propone di riservare il 2% dei terreni all’energia eolica onshore, triplicare la capacità eolica offshore (a 30 GW) e quadruplicare le installazioni solari fotovoltaiche (a 200 GW).
L’espansione però non riguarderà solo le rinnovabili, ma toccherà anche il gas visto il phase out del carbone previsto al più tardi per il 2030. In termini concreti, secondo le stime sul consumo elettrico di Fraunhofer Institut, Oko Institut e Prognos, la Germania dovrà aumentare la capacità del gas fossile di circa un terzo o più, portando la generazione dai 90 TWh del 2020 a circa 120-150 TWh nel 2030. North Stream 2 permettendo. Il nuovo governo su questo passaggio continua a non fare del tutto chiarezza e si limita a sostenere che le nuove centrali a gas saranno hydrogen-ready.