Il carbone cresce dell’1,5%, meno di quanto temuto. E da settembre la generazione da questa fonte fossile è in calo costante, grazie soprattutto alla riduzione della domanda elettrica. Il gas resterà al palo almeno fino al 2025 e l’anno prossimo scenderà più veloce del carbone. Solare e eolico, nel 2022, hanno generato più elettricità del gas per la prima volta in Europa
Il mix elettrico europeo entra nel 2023 “più forte che mai”: il rapporto annuale di Ember
(Rinnovabili.it) – La crisi dell’energia e la guerra in Ucraina hanno servito un assist perfetto per la transizione elettrica in Europa. Tanto che il mix elettrico europeo entra nel 2023 più forte che mai. Da settembre a oggi, la generazione di energia da carbone è in calo costante. Anche se il saldo annuale delle fossili segna +3%. Un dato su cui pesa, e non poco, la grave siccità che ha colpito quasi tutta Europa facendo crollare la produzione dell’idroelettrico.
Un fattore di freno solo temporaneo, però. E in assenza di altri scossoni al momento non prevedibili, con la spinta continua verso il decoupling dall’energia di Mosca, il 2023 potrebbe registrare un calo addirittura del 20% nell’uso di combustibili fossili per la generazione elettrica. A dirlo è il think tank Ember nel rapporto annuale European Electricity Review 2023.
Il carbone fa un rimbalzino
Il primo dato da tenere a mente è questo: il 2022 non è stato l’anno del rimbalzo del carbone. Almeno, non un rimbalzo delle dimensioni che si temevano nei primi mesi dell’anno. La fonte fossile più inquinante si è ritagliata una fetta del 16% nel mix elettrico europeo 2022, segnando +1,5% sull’anno prima.
Ma da settembre a dicembre 2022, rispetto allo stesso periodo dell’anno prima (all’inizio della crisi energetica, ma senza lo shock della guerra in Ucraina), la generazione da carbone è scesa del 6% (-9,6 TWh). Le 26 centrali a carbone mobilitate per far fronte al rischio blackout nell’ultimo trimestre hanno lavorato al 18% della capacità, con 9 impianti lasciati fermi.
Il gas nel mix elettrico europeo
Il 2022 è anche l’anno in cui, per la prima volta, la generazione di elettricità da eolico e solare ha superato quella da gas fossile. Un dato che mette in prospettiva la costante enfasi sulla ricerca di nuovi approvvigionamenti di gas che ha accompagnato negli ultimi mesi chi vive in Italia.
La generazione elettrica da gas, l’anno scorso, è salita di appena 4,5 TWh (+0,8%), corrispondente a una fetta nel mix elettrico europeo del 19,9% (+0,7%). E per il 2023 Ember prevede che il gas calerà più rapidamente del carbone, complici i prezzi ancora alti almeno fino al 2025. Questa la media europea; il Belpaese ha dati che evidenziano una dipendenza crescente dal gas – complice anche il mancato decollo delle rinnovabili.
“Mentre diversi Paesi hanno ridotto la loro dipendenza dal gas dal 2015, alcuni Paesi con un’elevata domanda di elettricità come Germania, Italia, Spagna e Francia hanno visto la generazione di gas assumere un ruolo più importante”, scrivono gli autori. “In Italia, la quota del gas nel mix è aumentata dal 39% al 51% (+30 TWh), mentre la Germania ha visto un incremento dal 10% al 16% (+32 TWh)”.
La corsa delle rinnovabili
Il 2022 del solare ha ottimi numeri. La produzione di energia elettrica da fonte solare nell’Ue è cresciuta del 24% nel 2022, passando da 164 TWh nel 2021 a 203 TWh nel 2022. Ciò ha portato la quota del solare nel mix elettrico al 7,3%, con un aumento di 1,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente (5,7%).
Situazione analoga, anche se con una crescita più contenuta, per l’eolico. L’energia dal vento ha generato 420 TWh nel 2022, totalizzando una quota del 15% nel mix elettrico europeo (+1,5% sul 2021). Una crescita dell’8,6% (+33 TWh).
Il 2023 dovrebbe andare ancora meglio. “Secondo i gruppi industriali europei, la produzione di energia solare ed eolica dovrebbe aumentare di circa il 20%, le forniture di energia idroelettrica si sono quasi normalizzate e la domanda di elettricità continuerà probabilmente a diminuire nel breve termine”, ragiona Ember. “L’unico freno sarà il calo del nucleare quando la Germania completerà il suo phase-out”. Su questa base, il think tank stima che la generazione fossile potrebbe crollare del 20% nel 2023, il doppio del tracollo registrato nel 2020 a causa della pandemia.