La seconda ondata pandemica e il ritorno del greggio libico possono far crollare il fragile accordo sui tagli alla produzione raggiunto ad aprile in sede OPEC+
Possibile un surplus di 200mila barili/giorno sul mercato del petrolio nel 2021
(Rinnovabili.it) – E’ bastato un primo assaggio della seconda ondata di coronavirus per far innervosire l’OPEC. L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio ha rivisto l’outlook per il 2021. Peggiorandolo. Il timore è che il mercato del petrolio sia soggetto a nuovi shock a causa della pandemia. Uno scenario che potrebbe verificarsi se la curva globale dei contagi continuerà a salire per settimane o mesi.
A rivelarlo è l’agenzia Reuters, che è entrata in possesso di un documento OPEC riservato. Che rivede le previsioni fatte non più tardi di un mese fa. A spaventare è l’incrocio di due fattori. Da un lato una possibile contrazione della domanda globale, innescata da rallentamenti della produzione industriale, stop ai trasporti e nuovi lockdown. Che possono diventare realtà se la gestione della seconda ondata di coronavirus non riuscirà a rallentare i contagi e a evitare chiusure totali. Dall’altro lato c’è l’aumento della produzione, trainato soprattutto dalle prospettive che sul mercato del petrolio torni nei prossimi mesi il greggio libico.
Leggi anche Irena: gli effetti del crollo del petrolio sulle fonti rinnovabili
L’effetto combinato sarebbe un surplus difficile da gestire. Soprattutto viste le tensioni in seno al formato allargato dell’organizzazione, l’OPEC+, tra i due pesi massimi Russia e Arabia Saudita. Mosca e Riad lo scorso marzo hanno ingaggiato una guerra dei prezzi che ha portato il prezzo del barile su valori negativi per la prima volta nella storia. Senza un accordo tra di loro, difficile pensare di poter vedere una strategia efficace per ammortizzare questo surplus.
Senza considerare che i tagli decisi finora non sono stati rispettati da tutti i paesi aderenti (e non è certo una novità, questa). E che la Libia è stata esentata fino a questo momento. Ma a inizio 2020 la sua produzione era scesa a zero a causa del conflitto civile. Adesso invece l’export sta ripartendo e i livelli produttivi stanno rapidamente tornando a regime (circa 1 milione di barili al giorno). In più, secondo l’accordo in vigore, da gennaio i tagli alla produzione dovrebbero essere dimezzati (passando da -9,7 mln di barili/giorno a circa 5,7 mln).
Leggi anche Il picco del petrolio è già qui, dice tra le righe la BP
Così il Comitato tecnico congiunto dell’OPEC ha considerato il nuovo scenario peggiore durante una riunione mensile virtuale che si è tenuta giovedì scorso. A settembre, il panel non aveva inserito l’ipotesi surplus in nessuno degli scenari considerati. I tecnici stimano che si possano aggiungere fino a 200mila barili al giorno al mercato del petrolio nel 2021.
“I primi segnali di ripresa economica in alcune parti del mondo sono oscurati da condizioni di fragilità e dal crescente scetticismo sul ritmo della ripresa“, si legge nel documento visionato da Reuters. “In particolare, una recrudescenza dei casi di COVID-19 in tutto il mondo e le prospettive di blocchi parziali nei prossimi mesi invernali potrebbero aggravare i rischi per la ripresa economica e della domanda di petrolio”.