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Mercato del petrolio: per Goldman Sachs la bufera è già passata

Per la banca d’investimenti, l’arrivo dei vaccini permetterà un’impennata dei prezzi al barile già nel primo trimestre 2021, passando dagli attuali 45-50 ai 65 previsti per il Brent

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Il mercato del petrolio pronto al rimbalzo nonostante la 2° ondata

(Rinnovabili.it) – Il petrolio indicizzato al Brent salirà fino a 65 dollari al barile nel primo trimestre del prossimo anno. Merito dei vaccini di cui dovrebbe iniziare la somministrazione già nelle prossime settimane. Quindi l’impatto della seconda ondata di Covid-19 si farà sentire sul mercato del petrolio, ma meno del previsto. Goldman Sachs inietta ottimismo per il 2021 e vede un ritorno quasi al business as usual.

La previsione degli analisti della banca d’investimenti si basa su un presupposto. Ovvero che l’Opec Plus espenda l’accordo sui tagli alla produzione ai primi mesi del prossimo anno. Nella primavera 2020 i paesi esportatori di petrolio e la Russia avevano raggiunto un accordo per limitare i loro volumi di produzione. La mossa serviva per stabilizzare i mercati mentre la pandemia portava a un crollo storico e senza precedenti della domanda globale. Dal 1 gennaio 2021, però, secondo quell’accordo i tetti alla produzione sarebbero dovuti sparire.

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In un incontro che si terrà oggi pomeriggio e domani, l’Opec Plus deciderà come comportarsi. Da quanto filtrato finora, sembra probabile che i tagli vengano estesi anche al 2021. Se ciò non accadesse, avverte Goldman Sachs, il prezzo del barile potrebbe scendere anche di 5 dollari. Attualmente naviga tra i 45 e i 50 dollari.

Mentre ci può essere una discreta volatilità nei prezzi spot durante le prossime settimane – legata all’incertezza su quando arriveranno sul mercato i vaccini – la banca prevede un impatto moderato della seconda ondata. Le chiusure forzate a macchia di leopardo in tutto il mondo porteranno a una contrazione della domanda di circa 3 milioni di barili al giorno (più o meno il 3% della domanda globale pre-Covid-19). Ma sarà compensata dall’aumento della domanda energetica legata all’inverno e al riscaldamento, oltre che da un trend di domanda di nuovo in aumento da parte delle economie emergenti.

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Intanto anche l’industria americana dello shale si prepara al rimbalzo. Con prezzi a 65 dollari sul mercato del petrolio, gli idrocarburi non convenzionali tornerebbero competitivi. Ma per il 2021 i piani delle compagnie sono altri: lasciare il petrolio e puntare tutto sul gas da scisto. Il prezzo del gas nel prossimo anno infatti dovrebbe vedere un vero boom, con una crescita stimata del 45%.