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IEA: siamo nella “prima vera crisi energetica globale”

Il capo il capo dell'Agenzia Internazionale per l'Energia interviene dal palco della Settimana Internazionale dell'Energia di Singapore bollando come rischiosa la decisione dell'OPEC+ di tagliare la produzione

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Tagli del greggio e domanda di GNL alle stelle hanno aperto le porte alla prima crisi energetica mondiale

(Rinnovabili.it) – Quella in cui ci troviamo è la “prima vera crisi energetica globale“, una fase di turbamento del mercato che non lascia nessuno fuori e su cui pesano oggi diverse concause. A spiegarlo è Fatih Birol, Direttore Esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, parlando dal palco della 15a Settimana Internazionale dell’Energia di Singapore.

Volatilità dei prezzi e interruzioni delle forniture in Europa hanno creato una sorta di effetto domino sul mercato mondiale del gas portando in alto il GNL, sia in termini economici che di domanda; in questo settore lo spazio di manovra si sta progressivamente riducendo soprattutto ora che le inondazioni in Nigeria hanno bloccato la completamente la produzione di gas liquefatto; e che la Cina ha ordinato alle proprie società statali di interrompere le rivendite di GNL in Europa e in Asia, in modo da aumentare le scorte interne. Secondo il numero uno della IEA questi maggiori appetiti europei e cinesi restringeranno ulteriormente il mercato nel 2023, dal momento che alla crescita della domanda non seguirà un’offerta altrettanto alta. Birol stima che il prossimo anno verranno aggiunti solo 20 miliardi di metri cubi di nuova capacità di GNL.

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A complicare ulteriormente la situazione, la decisione dei produttori di petrolio di sfidare apertamente l’Occidente. L’OPEC+  ignorerà le richieste di USA, Francia e Unione Europea riducendo la produzione di due milioni di barili al giorno nel tentativo di sostenere i prezzi del greggio. Una misura ritenuto dal direttore dell’Agenzia, piuttosto “rischiosa”. “[È] particolarmente rischioso poiché diverse economie in tutto il mondo sono sull’orlo di una recessione, se stiamo parlando di una recessione globale … ho trovato questa decisione davvero sfortunata”. 

E oggi il Vecchio Continente sente tutta la pressione del momento. Secondo la IEA almeno nel breve termine e con la benedizione del clima, dovrebbe restare a galla. “A meno di non avere un inverno estremamente freddo e lungo, e di non incappare in nuove sorprese, come l’esplosione dell’oleodotto Nordstream, l’Europa dovrebbe attraversare questo inverno con alcuni lividi economici e sociali“, ha aggiunto. Ma Birol ha anche sottolineato come l’attuale crisi energetica possa essere essere un punto di svolta nella storia dell’energia per accelerare verso le fonti pulite e per formare un sistema sostenibile e sicuro. “La sicurezza energetica è il driver numero uno [della transizione]”, ha affermato Birol, annunciato che questo 2022 si dovrebbe chiudere con ben 400 GW di rinnovabili installate nel mondo.