La Commissione ha analizzato una serie di proposte per affrontare in maniera cooperativa l'escalation dei prezzi del gas, aumentando la sicurezza energetica per il prossimo inverno
Per abbassare il prezzo del gas vince il modello “vaccini”
(Rinnovabili.it) – Un livello minimo per gli stoccaggi nazionali dell’80% nel 2022 e del 90% per gli anni successi. E una task force comunitaria che acquisti il gas per tutti e ventisette gli Stati membri, mettendo in comune la domanda. Queste le due grandi proposte presentate stamane dalla Commissione europea a sostegno della sicurezza energetica comunitaria.
Un lavoro iniziato in realtà lo scorso anno con i primi aumenti del prezzo del gas e accelerato all’indomani della guerra russa in Ucraina. E che punta tutto su una risposta compatta e condivisa a livello unionale. “L’Europa deve agire rapidamente per garantire la fornitura di energia per il prossimo inverno e per alleviare la pressione delle bollette energetiche elevate su cittadini e imprese”, ha spiegato la commissaria per l’Energia, Kadri Simson. “Le proposte di oggi sono un altro passo avanti nel nostro intenso lavoro su questo fronte”.
Il lavoro odierno dell’Esecutivo è stato condensato in due documenti su cui i leader europei dovranno confrontarsi nelle prossime settimane: una proposta legislativa con cui aggiornare il regolamento sulla sicurezza dell’approvvigionamento di gas; e una comunicazione che definisce le varie opzioni d’intervento sul mercato a livello europeo e nazionale, valutandone pro e contro.
leggi anche Contro il caro bollette un prelievo di solidarietà da 3,9 mld
Le nuove regole UE sullo stoccaggio del gas
L’obiettivo della proposta legislativa è evitare che si ripresenti una situazione critica come quella attuale. Nella stagione invernale 2021-2022, infatti, si sono registrati livelli di stoccaggio estremamente bassi a causa dell’elevata domanda di gas a livello mondiale. Questo, unitamente all’escalation del conflitto armato, ha aumentato l’incertezza del mercato, rendendo i prezzi del combustibile ancora più volatili.
Da qui l’idea della Commissione europea di istituire un obbligo minimo di stoccaggio per gli Stati membri. Se l’aggiornamento dovesse essere approvato, i paesi UE dovranno garantire un riempimento dell’80% nelle rispettive infrastrutture entro il 1° novembre 2022. Per salire al 90% negli anni successivi. S spostando le deadline per il raggiungimento degli obiettivi intermedi nazionali da agosto, settembre e ottobre a febbraio, maggio, luglio e settembre.
La proposta mira anche a garantire un nuovo spirito di solidarietà. Pertanto, gli Stati membri senza impianti di stoccaggio dovranno assicurarsi una riserva in altri paesi dell’UE entro il 1° novembre corrispondente ad almeno il 15% del proprio consumo annuo. O, in alternativa, sviluppare un meccanismo di condivisione degli oneri con uno o più Stati membri dotati di riserve. Il nuovo Regolamento introduce anche uno sconto del 100% sulle tariffe di trasporto basate sulla capacità ai punti di ingresso e uscita verso gli impianti di stoccaggio. Lasciando gli Stati membri liberi di progettare altre misure per incentivare gli accumuli.
Tutti per uno, uno per tutti
La comunicazione fa chiarezza rispetto alle molteplici richieste inviate dai leader europei all’Esecutivo von der Leyen. Come? Presentando i vantaggi e gli svantaggi di una serie di opzioni concrete a breve termine per mitigare i picchi dei prezzi energetici. Dal lavoro emerge una grande raccomandazione per il Blocco, ossia di acquistare congiuntamente gas dai fornitori, seguendo un modello simile a quello impiegato nel rifornimento dei vaccini contro il covid-19.
Nel dettaglio Bruxelles è pronta a istituire una task force sugli acquisti congiunti a livello UE, coadiuvata da rappresentanti degli Stati membri all’interno di un comitato direttivo. Un gruppo negoziale comunitario, guidato dalla stessa Commissione, condurrebbe le trattative con i fornitori di GNL e gas naturale, preparando il terreno a future collaborazioni anche in tema idrogeno con i partner africani, mediorientali e statunitensi.
Ma la comunicazione passa al vaglio anche altre idee, come l’ipotesi di creare a livello nazionale un’entità controllata dal Governo che acquisti elettricità a condizioni commerciali favorevoli per metterla a disposizione di determinate categorie di consumatori al di sotto del prezzo di mercato. Un intervento diretto nel funzionamento dei mercati all’ingrosso dell’energia elettrica, compensando finanziariamente i produttori elettrici a base fossile affinché riducano i loro prezzi sul mercato all’ingrosso. O ancora la possibilità di stabilire un tetto al prezzo massimo che alcuni generatori di carico di base possono presentare sul mercato.