Nel 2021, l’Ue ha importato 23 miliardi di metri cubi di gas naturale liquido dalla Nigeria. Per smarcarsi dalla dipendenza da Mosca, adesso Bruxelles prova a aumentare l’import. Lo scoglio più grande resta la sicurezza delle infrastrutture nel paese africano. E il dossier inquinamento ambientale – una piaga da decenni per il delta del Niger - non sembra sul tavolo
L’UE oggi importa il 14% del suo Gnl dal paese africano
(Rinnovabili.it) – Dopo Azerbaijan, Egitto e Israele, l’Europa prova ad assicurarsi più forniture di gas dalla Nigeria per portare a zero la dipendenza dalla Russia. Come con Baku, anche in questo caso Bruxelles punta a raddoppiare i volumi di gas naturale liquido che acquisterà dal paese africano. Continua la corsa europea al gas, mentre il piano per tagliare i consumi di gas presentato dalla Commissione si sta ancora scontrando con una forte opposizione di molti stati membri.
Lo ha confermato Matthew Baldwin, vice direttore generale del Dipartimento per l’Energia della Commissione europea. Il funzionario Ue nel fine settimana è stato in Nigeria per una serie di incontri con le autorità del paese. Da cui è riemerso ottimista.
I piani dell’UE sul gas dalla Nigeria
Due i dossier al centro degli incontri. Il primo è la situazione di sicurezza nel delta del Niger. Le azioni di gruppi locali contro le infrastrutture dell’oil&gas vanno avanti da molti anni, come forma di protesta sia contro il pesantissimo inquinamento della regione – che toglie agli abitanti i mezzi di sussistenza e porta a problemi di salute – sia contro la mancata redistribuzione dei proventi. Per queste ragioni, il terminal Gnl che si trova nel delta, a Bonny Island, opera al 60% della capacità. Secondo Baldwin, visto che le autorità nigeriane stanno “mettendo in sicurezza” la regione, sarebbe possibile salire almeno fino all’80%. Da quella soglia in su, ci sarebbero margini per avere più cargo Gnl per l’Europa.
L’altro dossier è la riapertura del Trans Niger Pipeline, che è stata più volte chiusa anche negli ultimi anni sempre a causa di attacchi di gruppi insorgenti e di furti di petrolio. Si tratta di un’infrastruttura vetusta, inaugurata nel 1965, i cui frequenti leak hanno portato la proprietaria Shell a chiuderla più volte.
Che tempi sarebbero necessari per avere maggiori forniture di gas dalla Nigeria? Su questo punto non ci sono dettagli, ma Baldwin ha ipotizzato che a fine agosto si possa già concretizzare qualcosa. “I funzionari nigeriani ci hanno detto: ‘Venite a parlarci di nuovo alla fine di agosto, perché pensiamo di poter fare dei veri progressi in questo senso'”. L’obiettivo finale, ad ogni modo, sarebbe quello di raddoppiare le forniture all’Europa di gas dalla Nigeria. Attualmente, il vecchio continente importa circa il 14% del Gnl dal paese africano. Con un trend in discesa: dai 36 miliardi di metri cubi del 2018 si era passati ai 23 del 2021.