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Il G20 India decide di triplicare le rinnovabili globali entro il 2030

Il comunicato finale non fa alcun passo avanti sull’abbandono graduale delle fossili ma quantifica per la prima volta le risorse necessarie per la transizione a un sistema energetico low-carbon entro il 2030 per i paesi in via di sviluppo: 5.900 mld $

Eolico e solare 2022
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Luci e ombre dell’esito del G20 India sui capitoli clima e energia

(Rinnovabili.it) – Triplicare la capacità installata di rinnovabili entro il 2030 a livello globale. Ma senza toccare le cause della crisi climatica, cioè la dipendenza dalle fossili. Il G20 India si è concluso con qualche acuto innegabilmente positivo – soprattutto per come si erano messi i negoziati nei mesi precedenti – ma il comunicato finale tace sui punti più scivolosi. Sui quali le 20 principali economie del mondo continuano a essere su posizioni distantissime.

Verso un nuovo target globale sulle rinnovabili

Il risultato più brillante del summit che il presidente indiano Narendra Modi può esibire è l’accordo sul nuovo obiettivo sulle rinnovabili a livello globale. Il G20 India “perseguirà e incoraggerà gli sforzi per triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale attraverso obiettivi e politiche esistenti”, si legge al punto 38 della dichiarazione finale. Il tema era stato messo sul tavolo da mesi dai paesi occidentali, UE inclusa, e probabilmente dopo l’ok al G20 diventerà uno dei dossier più condivisi tra quelli in discussione alla Cop28 di Dubai il prossimo dicembre.

Assieme al target sulle rinnovabili, però, nella dichiarazione fa capolino anche l’impegno, parallelo, di “dimostrare un’ambizione simile rispetto ad altre tecnologie a zero e a basse emissioni, comprese le tecnologie di abbattimento e rimozione [della CO2], in linea con le circostanze nazionali entro il 2030”. Le tecnologie come la cattura e stoccaggio della CO2 (CCS) o la rimozione diretta dall’aria (DAC) permettono di abbattere i livelli emissivi ma, al tempo stesso, allungano la vita alle fossili.

Niente phase out

Infatti il G20 India non ha parlato di combustibili fossili, se non per ribadire l’impegno che il G20 ormai inserisce dal 2009 nei comunicati finali, cioè gli sforzi per “eliminare e razionalizzare” i sussidi fossili “inefficienti”. E il “phase down” del carbone unabated, cioè senza riduzione delle emissioni, entrato nei negoziati sul clima dalla Cop26 di Glasgow.

Così come non si è riusciti a far passare un’allusione alla necessità di raggiungere la neutralità climatica prima del 2050. Su questo punto il G20 India non cambia rotta e si limita a confermare di “raggiungere l’obiettivo globale di zero emissioni nette di gas serra/neutralità di carbonio entro o intorno alla metà del secolo, tenendo conto degli ultimi sviluppi scientifici e in linea con le diverse circostanze nazionali”.

Tuttavia, proprio questi “ultimi sviluppi scientifici” per ora vengono ignorati. Il giorno prima dell’inizio del summit in India, l’ONU ha pubblicato il primo Global Stocktake previsto dall’accordo di Parigi, cioè un documento che fa il punto sullo stato di avanzamento verso gli obiettivi degli 1,5 e 2 gradi e che propone soluzioni e cambi di rotta. Il rapporto evidenzia che per non sforare l’accordo bisogna tagliare almeno del 60% entro il 2035 i gas serra rispetto ai livelli del 2019. Punto che è stato sollevato anche al G20 ma che è stato bloccato dal disaccordo tra i 20 paesi.

Nota positiva, invece, quella che riguarda l’ammontare di denaro necessario per la transizione globale verso un sistema energetico low-carbon. Per la prima volta il G20 ha quantificato le risorse necessarie per i paesi in via di sviluppo: 5.900 mld $ entro il 2030. E cui aggiungere altri 4.000 mld $ l’anno se questi paesi dovranno raggiungere la neutralità di carbonio entro il decennio.