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Fukushima, dopo 10 anni finalmente liberato il reattore 3

La Tepco ha rimosso tutte le 170 t di combustibile dal terzo reattore della centrale. Restano ancora i reattori 1 e 2. In quest’ultimo i livelli maggiori di radiazioni

Fukushima: tolto tutto il combustibile nucleare dal reattore 3
credits: Susanna Loof / IAEA via Flickr | CC BY 2.0

Un piccolo passo avanti a pochi giorni dall’anniversario del disastro di Fukushima

(Rinnovabili.it) – A pochi giorni dal decimo anniversario del disastro nucleare di Fukushima, la compagnia Tepco che gestisce la centrale ed è responsabile del decommissioning ha finito di rimuovere le barre di combustibile dal reattore numero 3.

L’azienda comunica di aver portato via dal reattore tutti e 566 i gruppi di barre di combustibile dalle vasche di contenimento. In totale si tratta di 170 tonnellate di uranio. Tutta l’operazione è stata condotta da remoto, una prima volta per quanto riguarda le operazioni presso la centrale di Fukushima.

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Il 28 febbraio, gli operai della Tepco hanno rimosso gli ultimi 6 gruppi rimasti. Un traguardo che è stato tagliato con un ritardo enorme rispetto alla tabella di marcia. Le operazioni al reattore n.3 dovevano iniziare già nel 2014. Una serie di problemi tecnici hanno però procrastinato l’operazione, che è iniziata davvero solo a aprile 2019. Tra i problemi, il livello di radioattività così elevato all’interno del reattore da mettere ko i robot appositamente costruiti per rimuovere il combustibile nucleare esausto.

La Tepco mira a finire di estrarre tutti i gruppi di combustibile dagli altri reattori entro la fine del 2031. I lavori al reattore 4 sono stati ultimati nel 2014. Mancano ancora il reattore 1, dove sono sparsi molti detriti nucleari, e il numero 2, dove i livelli di radiazione sono particolarmente alti e quindi le operazioni potrebbero rivelarsi ostiche.

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Proprio per il reattore numero 2 i tecnici della Tepco avevano annunciato lo scorso dicembre un nuovo ritardo. Invece del 2021, le attività sarebbero partite soltanto nel 2022. A causa del Covid-19, visto che la pandemia ha rallentato l’addestramento dei tecnici giapponesi all’uso del robottino che dovrà estrarre il corium, cioè il materiale risultante dalla fusione del nocciolo.

I problemi per Fukushima continuano ad arrivare anche dai terremoti. Un sisma di magnitudo 7.3 avvenuto il 20 febbraio scorso ha aggravato i danni esistenti alle camere di contenimento primarie nei reattori 1 e 3, consentendo la fuoriuscita di un maggior quantitativo d’acqua di raffreddamento.