Egitto e Algeria potrebbero rimpiazzare nei mesi invernali i volumi di gas che, eventualmente, venissero a mancare dalla Russia, principalmente tramite più Gnl. Lo sostengono alcune fonti “a conoscenza del tema” sentite da Bloomberg
Le forniture di gas russo all’Italia sono ormai solo il 10% del totale (erano il 40% a febbraio)
(Rinnovabili.it) – L’Italia non avrà problemi di gas quest’inverno. Anche se la Russia chiude del tutto i rubinetti. Oggi le forniture di gas all’Italia da Mosca sono il 10% del totale, quasi 1/4 del gas che arrivava prima della guerra in Ucraina. Una quota non piccola (sono oltre 7 miliardi di metri cubi, bcm). Ma la si può rimpiazzare nel giro di pochi mesi con Gnl nordafricano, da Algeria ed Egitto. Lo dicono alcune fonti a Bloomberg.
Algeria ed Egitto salvano le forniture di gas all’Italia?
Le esportazioni algerine verso l’Italia, da accordi, dovrebbero raddoppiare fino a 18 bcm nel 2024. Di questi, 9 bcm sono quelli che dovrebbero arrivare a partire da novembre di quest’anno, salendo poi in progressione.
A metà settembre alcune indiscrezioni – partite da un sito di giornalismo investigativo algerino – hanno messo in dubbio la capacità dell’Algeria di consegnare le forniture di gas all’Italia promesse pochi mesi fa: ne avrebbe troppo poco. Ipotesi subito smentita da Eni, che ha sottolineato che i flussi aggiuntivi stanno già arrivando in Italia al ritmo di 70 milioni di metri cubi al giorno, pari al 36% delle forniture giornaliere totali. In più, va considerato che l’Algeria ha alcuni giacimenti che dovrebbero entrare in produzione o essere espansi a breve: Ain Tsila, Tinrhert, TFT. Da qui arriverebbero i volumi di gas aggiuntivi.
Per quanto riguarda l’Egitto, le fonti sentite da Bloomberg spiegano che entro la fine del 2022 dal Cairo l’Italia dovrebbe ricevere più Gnl, in quantità tali da pareggiare i volumi che oggi Roma prende dalla Russia. Ad aprile, Italia ed Egitto avevano siglato un accordo per 3 bcm di Gnl l’anno già nel 2022, attraverso il terminal di Damietta. Non è chiaro se le fonti intendano volumi ulteriori rispetto a questi 3 bcm.
Nel 2023 indispensabili le FRSU
In ogni caso, con i volumi previsti per i mesi invernali, l’Italia dovrebbe riuscire a fare a meno del gas russo grazie agli stoccaggi ormai pieni al 90%. Un livello a cui il Belpaese è arrivato anche grazie agli idrocarburi che arrivano ancora da Mosca, e che rende ora ipotizzabile un ulteriore riempimento al 92-93%. Le fonti di Bloomberg sottolineano quindi che per l’anno prossimo, in caso di stop, serviranno necessariamente più rigassificatori o l’Italia avrà un gap incolmabile. Il riferimento è alle FRSU acquisite di recente, di cui quella di Piombino dovrebbe essere operativa già a inizio primavera con una capacità annua vicina ai 5 bcm.
I calcoli effettuati da Bloomberg sarebbero validi in una situazione normale. Vale a dire che i volumi preventivati sono sufficienti a patto che l’inverno non sia troppo rigido e che non spuntino problemi di altro tipo. Guasti imprevisti ai gasdotti – Nord Stream 1 e 2 insegnano – creerebbero problemi di non facile soluzione.