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Bruxelles chiude la porta alle centrali a gas, basta aiuti dalla finanza sostenibile UE

Per accedere ai finanziamenti, gli impianti non dovranno emettere più di 100 g/CO2e/kWh. Ma la decisione può essere un volano per le tecnologie CCS

finanza sostenibile UE
Credits: Rebecca Humann da Pixabay

La decisione nella bozza di regolamento sulla finanza sostenibile UE

(Rinnovabili.it) – Bruxelles non inserirà le centrali a gas tra gli investimenti sostenibili. A meno che non stiano entro parametri rigidi di emissioni. Parametri che nessun impianto in Europa oggi rispetta. E’ quanto si legge nella bozza di provvedimento che regola la finanza sostenibile UE, in discussione in queste settimane. Insieme al destino del nucleare, quello del gas era uno dei punti più caldi della discussione sulla nuova tassonomia verde.

Ogni dettaglio sarà importante, nella versione definitiva del documento. Perché si tratta di una definizione tecnica, sulla cui base Bruxelles potrà destinare i miliardi di euro di investimenti che sono necessari affinché l’Unione raggiunga i suoi obiettivi sul clima, cioè la neutralità climatica entro la metà del secolo. Le stime più attendibili viaggiano su cifre dell’ordine di 350 miliardi di euro da mobilitare.

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La bozza di regolamento sulla finanza sostenibile UE stabilisce che, per essere classificato come un investimento sostenibile, le centrali a gas non devono produrre più di 100 grammi di CO2 equivalente per kWh. Nel panorama attuale, equivale a dire che nessuno degli impianti in funzione potrebbe essere finanziato oggi. Anche le centrali a gas più efficienti d’Europa producono emissioni che superano questo limite di più di tre volte.

L’UE sembra quindi decisa a non cedere alle pressioni delle compagnie fossili. Queste si sono mobilitate fin dallo scorso dicembre, quando Bruxelles pubblicò la nuova tassonomia verde che metteva il gas, insieme al nucleare, tra gli investimenti “a rischio”. E le loro richieste principali non hanno fatto breccia.

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Ma il nuovo regolamento – sempre che venga confermato anche nella versione definitiva – potrebbe trasformarsi in un potente incentivo per le compagnie a investire in tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (carbon capture and storage, CCS). Ad oggi il CCS non è applicato in nessun impianto attivo in UE, ma tutte le principali aziende fossili hanno progetti pilota e stanno lavorando da tempo su questa tecnologia.