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Extra profitti delle aziende energetiche, i conti del Governo non tornano

Nelle casse dello Stato non sono entrate le risorse previste. E mentre il Decreto Aiuti bis raddoppia le sanzioni a carico dei ritardatari, la Procura di Roma apre un fascicolo per valutare la presenza o meno di violazioni

Extra profitti delle aziende energetiche
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 L’imposta sull’aumento dei profitti delle imprese energetiche scricchiola

(Rinnovabili.it) – 10,5 miliardi di euro. Questo quanto il Governo aveva previsto di incassare dalla tassa sugli extra profitti delle aziende energetiche. L’imposta, introdotta con il decreto legge 21/2022 e modificata con DL Aiuti bis, avrebbe dovuto rimpinguare le casse dell’Erario e fornire risorse per contrastare il caro bollette. Nel dettaglio, la legge richiede alle compagnie di produzione, rivendita e importazione di energia elettrica e gas e quelle attive nel settore petrolifero, di versare un contributo straordinario di solidarietà. Un 25% dell’incremento del saldo tra operazioni attive e passive, realizzato dal 1° ottobre 2021 al 31 aprile 2022 grazie all’aumento dei prezzi dell’energia, rispetto al medesimo periodo tra il 2020 e il 2021. E prevede di impiegare quei soldi per finanziare sconti nelle fatture elettriche e del gas dei cittadini.

Ma qualcosa non è andato storto e a fine agosto la tassa sugli extra profitti ha portato allo Stato appena un decimo della cifra stimata. Gran parte del problema sta nell’applicazione della misura. Diverse aziende hanno presentato ricorsi appellandosi all’incostituzionalità della norma o a vizi di forma, ritardando di fatto i pagamenti. 

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Tassa sugli extra profitti, ci sono state violazioni?

Le mancate entrate hanno fatto scattare anche alcune contromosse. A partire dall’indagine aperta dalla Procura di Roma. Lo fanno sapere i co-portavoce nazionali di Europa Verde, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, e il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, esponenti dell’Alleanza Verdi e Sinistra. “È con soddisfazione che apprendiamo dell’apertura, da parte della Procura di Roma, di un fascicolo sugli extra profitti delle aziende energetiche, come avevamo chiesto con un nostro esposto presentato il 25 agosto. È scandaloso che la tassa sugli extraprofitti realizzati dalle aziende […] non sia stata versata nelle casse dello Stato: se si fosse trattato di un comune cittadino, sarebbe già stato sanzionato dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate”.

Nel frattempo, il DL Aiuti bis approvato ieri sera dall’Aula del Senato, ha aumentato la stretta su ritardatari e non paganti. Il testo elimina il dimezzamento della sanzione previsto per i versamenti effettuati con ritardo non superiore a 90 giorni. E stabilisce che le aziende non possono più avvalersi delle disposizioni in materia di ravvedimento operoso, una volta decorsi i termini per l’acconto (del 31 agosto 2022) e per il saldo (del 15 dicembre 2022), senza che i versamenti siano stati effettuati in tutto o in parte. Inoltre, superate le due deadline, la sanzione prevista si applica nella misura del sessanta per cento.